Il comitato “Sì Meazza” contro il nuovo stadio di Inter e Milan (che però si farà). E i concerti?

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Vasco Rossi
Vasco Rossi in concerto allo Stadio San Siro di Milano - 2 giugno 2019 - © Foto: Riccardo Medana

È notizia di pochi giorni fa, il Comune di Milano ha approvato la delibera di pubblico interesse per la costruzione del nuovo stadio di Inter e Milan, sempre nell’area di San Siro, accanto al “vecchio” Meazza.

Rispetto al progetto originario, che sarà quindi completamente da rifare, il Comune di Milano ha posto il vincolo riguardo il coefficente di edificabilità allo 0,35% (come previsto in tutta l’area cittadina), rispetto ad oltre lo 0,60% ipotizzato dalle società in fase di progetto.
C’è anche il vincolo relativo alla conservazione di una parte del vecchio stadio San Siro, da trasformare in un’area per l’atletica giovanile e il calcio femminile.

In una nota il Comune ha voluto commentare così la delibera di pubblico interesse: «L’adeguamento dell’indice di edificabilità territoriale a quello massimo previsto dalla Norma del Piano di Governo del Territorio approvato con riferimento alla Grande Funzione Urbana “San Siro”, pari a 0,35 mq/mq, la riconfigurazione a distretto sportivo dell’area dove attualmente insiste il “Meazza”, con ampia valorizzazione e incremento del verde e l’aggiornamento del Piano Economico Finanziario nella successiva fase progettuale sono le condizioni a cui la Giunta ha deciso di confermare la dichiarazione di pubblico interesse».

Anche il Sindaco Beppe Sala ha voluto dire la sua a riguardo: «Questo è un via libera che permetterà alle squadre di andare verso il progetto esecutivo, cosa che richiede tempo e investimenti. Dal nostro punto di vista è positivo perché abbiamo condotto le squadre ad accettare l’indice del Pgt che era la cosa che più mi stava più a cuore. Ci sarà anche molto verde. Credo che verrà fuori un nuovo parco da 50mila mq. A chi è contrario, il mio punto di vista è che se avessimo fatto un muro contro muro con le squadre, le quali erano schierate a favore di un nuovo stadio, probabilmente sarebbero andate a farsi lo stadio da un’altra parte e noi saremmo rimasti con il cerino in mano, dove il cerino è San Siro».

Si parla comunque di tempi decisamente lunghi, visto che il Meazza resterà certamente in piedi almeno per i prossimi cinque anni, come confermato dallo stesso Sindaco, dato che la cerimonia d’inaugurazione delle Olimpiadi invernali di Milano e Cortina del 2026 avverrà proprio a San Siro, nel centenario della posa della prima pietra per la sua costruzione.

A tutto questo si oppone Sì Meazza, uno dei comitati di quartiere nati a “difesa” dello Stadio Giuseppe Meazza così com’è adesso. Quello che salta agli occhi è che tra i firmatari del comunicato, che trovate qui sotto, c’è anche Claudio Trotta, fondatore di Barley Arts e artefice di indimenticabili concerti a San Siro, su tutti quelli di Bruce Springsteen.

Il comunicato del movimento “Sì Meazza”

Il nostro movimento opera non contro qualcosa, ma per la salvaguardia e l’eventuale ammodernamento dello Stadio Meazza, per recuperare a verde la immensa distesa di cemento attorno alla stadio, per riqualificare l’ambiente urbano peraltro già interessato da altre operazioni immobiliari.
Noi ci auguriamo che il Sindaco e la Giunta portino rapidamente in Consiglio Comunale le motivazioni alla base della dichiarazione di pubblico interesse.
Infatti, da quanto si è appreso da notizie stampa sulla vicenda dello stadio e delle aree di San Siro, la Giunta di Milano su proposta del Sindaco ha deliberato l’”interesse pubblico” del nulla: infatti non vi è lo studio di fattibilità; non è definito il progetto del nuovo stadio sulla cui realizzazione di conseguenza si realizza un intervento immobiliare e finanziario proporzionato solamente al costo del nuovo impianto (così prevede la legge); non vi è soprattutto una motivazione come prevede la legge, sulla rinuncia dell’obbligo prioritario, il recupero dello stadio esistente. La legge infatti stabilisce che “il pubblico interesse è dichiarato sulla base di uno studio di fattibilità che motivi l’eventuale mancato rispetto della priorità, ovvero il recupero degli impianti esistenti”.
In realtà lo stadio Meazza non è neanche da “recuperare”. Recentemente lo stadio ha ospitato gare importanti: dal derby alla semifinale e alla finale di Uefa Nations League. Nel 2016 (solo cinque anni fa) sono stati fatti dal Comune ulteriori interventi per la sicurezza statica dell’impianto e l’adeguamento a norme internazionali, tali da consentire lo svolgimento della finale di Champions League (Real Madrid- Atletico Madrid). A settembre 2021 sono stati fatti ulteriori collaudi sul primo anello che hanno confermato la solidità della struttura. E la struttura esistente può consentire, a detta di molti ingegneri e architetti, di eseguire interventi per lo showbiz, come chiesto dalle due società: e il tutto, a costi molto più ridotti, meno della metà di quanto costi un nuovo impianto, peraltro non ancora definito.
E sarebbe cosa buona e giusta che il Sindaco relazioni, adesso, sullo stato della trattativa con il fondo americano e la società cinese, visto che di questo non si è mai parlato in campagna elettorale, finita un mese fa.
Rileviamo infatti che nel programma elettorale del Sindaco Sala, “Milano sempre più Milano Programma 2021-2026”, non si fa mai accenno alla vicenda dello Stadio di San Siro, pur affrontando vari temi di urbanistica o di rigenerazione urbana, come si usa dire adesso. Nel programma sono citati l’Agorà, il Lido, il Centro Ippico Lombardo, la piscina Cardellino, il Palasharp, il PalaItalia, ma mai San Siro. Anzi, più volte si dice che “si deve privilegiare sempre il riuso, il recupero e la riduzione sistemica del consumo di suolo “(pag 14) e “il risanamento e il rilancio degli impianti cittadini” per il grande appuntamento delle Olimpiadi 2026. Per questo il Meazza, va bene: per inaugurare le Olimpiadi, ma non per continuare nella sua gloriosa storia? E in base a quali studi, a quali perizie tecniche?
A noi sembra giusto e corretto che nella sede più rappresentativa di tutti i cittadini, nella sede del Consiglio Comunale, si esibiscano documenti tecnici amministrativi, studi di fattibilità, e il Sindaco e la Giunta motivino, oggi, non due anni fa, la necessità della demolizione dello Stadio Meazza.
Su questa esigenza di chiarezza vorremo che si pronunci il Consiglio Comunale e per questo chiediamo incontri ai singoli gruppi consiliari.
Riservandoci una più ampia iniziativa, confidiamo che le forze politiche presenti in Consiglio comunale (di maggioranza e di minoranza) colgano l’importanza di avere un organo istituzionale in grado di esprimere, come è sempre stato nella storia dal dopoguerra in poi, la voglia e il dovere del confronto democratico, onde scegliere per il meglio nell’interesse di tutti (tutti) i cittadini.

E i concerti?

Per quello che riguarda la musica dal vivo nel nuovo stadio tutto tace, e forse è anche comprensibile, viste le lunghe tempistiche di cui si parla, sia per un’eventuale ristrutturazione di San Siro che per la (più probabile) costruzione di un nuovo stadio.

Inter e Milan sono sempre state contrarie ai concerti al Meazza, perchè l’utilizzo del prato durante il periodo estivo per il posizionamento del palco e degli spettatori rovina il manto erboso in vista della ripresa del campionato. Inoltre, essendo l’impianto di proprietà del Comune, le due società calcistiche non hanno nessun tipo di vantaggio economico dall’attività live, avendo quindi tutto l’interesse a far sì che ci sia il minor numero di concerti possibile per preservare il più possibile il prato per il calcio.

Va detto che però con un nuovo stadio di proprietà delle due società calcistiche (che dovrebbe attestarsi tra 60 e 65.000 spettatori) gli incassi per le concessioni della struttura alla musica live andrebbero direttamente nelle loro casse, quindi potrebbe non essere così impossibile immaginare che il nuovo San Siro sarà utilizzato anche per la musica dal vivo, sebbene né Inter né Milan si siano ancora espresse a riguardo.

In definitiva, però, è bene ricordare che i più contrari ai concerti al Meazza, tanto da aver imposto al Comune di Milano sia un tetto al numero massimo di decibel consentiti che un numero massimo di concerti annui (e di spettatori, tanto che per alcuni live il terzo anello non può essere venduto), sono proprio i residenti e i comitati di quartiere.

Da parte nostra speriamo che si riesca ad arrivare ad una soluzione che accontenti tutti quanti: residenti, tifosi di calcio, amanti della musica live, senza dover arrivare ad un muro contro muro che avrebbe molto poco di costruttivo (in tutti i sensi) e che farebbe correre il rischio, proprio come detto dal Sindaco Beppe Sala, di «rimanere col cerino in mano, dove il cerino è San Siro».

Nato a Roma nel 1984, ma vivo a Venezia per lavoro. Musicista e cantante per passione e per diletto, completamente autodidatta, mi rilasso suonando la chitarra e la batteria. Nel tempo libero ascolto tanta musica e cerco di vedere quanti più concerti possibili, perchè sono convinto che la musica dal vivo abbia tutto un altro sapore. Mi piace viaggiare, e per dirla con le parole di Nietzsche (che dice? boh!): "Senza musica la vita sarebbe un errore".

2 COMMENTI

  1. Sono nata e sempre vissuta a Milano. L’attuale “Meazza”oltre ad essere l’unica struttura milanese capace di ospitare importanti manifestazioni internazionali è anche un valido esempio di architettura contemporanea. A tutt’oggi la sua fama e la sua bellezza attirano turisti ed esperti da tutto il mondo. Perchè demolirlo ??? La “Scala del Calcio” fa parte integrante della storia della città di Milano .
    NO ALLA DEMOLIZIONE DELLO STADIO !!!

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