Freddie Mercury, il libro “The show must go on” omaggia la leggenda

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Freddie Mercury

Una vita passata all’insegna del cambiamento, della continua ricerca del nuovo, dell’inaspettato, del sorprendente. Dentro e fuori di sé. È il riassunto della breve e travolgente parabola esistenziale di Farrokh Bulsara, in arte Freddie Mercury. Dall’incontro nel 1970 con un paio di musicisti a caccia di gloria — il chitarrista Brian May e il batterista Roger Taylor — nascerà un gruppo destinato a scalare le classifiche e rivoluzionare il modo di fare, vedere e sentire la musica per sempre: i Queen.

Dotato di una presenza scenica unica la mondo e di una voce altrettanto impareggiabile, dalla estensione decisamente inusuale, Freddie Mercury ha dominato i palcoscenici prima del Regno Unito e poi internazionali. La sua vita sul palco e fuori è stata spezzata dall’AIDS nel novembre del 1991, ma la musica di Mercury e del suo gruppo non si è spenta con lui, e ancora oggi la figura del cantante dei Queen è riconosciuta come una delle più influenti dell’intero panorama musicale.

A trent’anni di distanza dalla sua scomparsa, il giornalista Paolo Borgognone omaggia la luminosa leggenda del rock con un volume, The show must go on (Diarkos, 320 pp., 18 euro), che ne racconta con sincera emozione la vita e la straordinaria avventura artistica.

LA COVER E UN ESTRATTO

Freddie Mercury

«Ma il ricordo che forse ha colpito più di tutti è quello tributato a Mercury in occasione della cerimonia di apertura delle Olimpiadi di Londra 2012. Un ologramma di Freddie nel suo confondibile gilet giallo compare al centro dello stadio olimpico costruito in un’ansa del Tamigi e scatena il pubblico trascinandolo nei suoi vocalizzi. Per un attimo sembra quasi che voglia prendersi anche questo palcoscenico, prima dell’arrivo sul palco di Brian e Roger accompagnati dall’accattivante Jessie J — la giovane cantante Jessica Ellen Cornish, di Seven Kings — con un costume color carne che Mercury avrebbe apprezzato e indossato quasi con altrettanta disinvoltura. Testimoni ancora una volta dell’immortale rock dei Queen. Sette minuti di show degni della più grande band del mondo che il presentatore della BBC riassume in due parole: “Roba sensazionale”. A più di qualcuno è venuto allora — e anche dopo — un groppo alla gola.
The show must go on».

Paolo Borgognone è nato a Roma nel 1962.
Dopo il liceo classico frequenta la Facoltà di lingue e letterature straniere alla Sapienza. Giornalista pubblicista dal 1993, ha accompagnato alla carriera di traduttore e addetto stampa per un ente pubblico la passione per la musica. Sbocciata nel 1976 ascoltando, in primis, i Queen.

Classe ’83, nerd orgogliosa e convinta, sono laureata con lode in ingegneria dei sogni rumorosi ed eccessivi, ma con specializzazione in realismologia e contatto col suolo. Scrivo di spettacolo da sempre, in italiano e in inglese, e da sempre cerco di capirne un po’ di più della vita e i suoi arzigogoli guardandola attraverso il prisma delle creazioni artistiche di chi ha uno straordinario talento nel raccontarla con sincerità, poesia e autentica passione.

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