«Il film della svolta, quello che mi ha consentito di proseguire la carriera». Così il 22 gennaio 2016, sulla propria pagina Facebook, Carlo Verdone scriveva di Borotalco, il suo terzo film da regista, uscito il 22 gennaio 1982. Esattamente 40 anni fa.
Diceva ancora Verdone: «I travestimenti e le gallerie di personaggi dei primi due film cominciavano a starmi un po’ stretti, rischiavo di restare un “Fregoli”, un virtuoso. Così, insieme allo sceneggiatore Enrico Oldoini, cominciai a pensare ad una commedia vera e propria, abbandonando le maschere per rifinire i caratteri. Ricordo che impiegammo molto tempo, quasi 10 mesi per trovare il soggetto e poi per scrivere la sceneggiatura. Ma, quando uscì nelle sale, capii che avevo centrato in pieno l’obiettivo: per mesi e mesi al bar, sugli autobus, per strada, la gente ne ripeteva le battute…. il cargo battente bandiera liberiana… le olive greche…».
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L’attore e regista romano era reduce dai clamorosi successi di Un sacco bello e Bianco, rosso e verdone. Borotalco fu la sua consacrazione definitiva. E quattro decenni dopo il film è ancora divertente come il giorno della sua uscita, imperdibile e magnetico ogni volta che ripassa in televisione.
Merito di una sceneggiatura perfetta e di un cast in cui tutti offrono il meglio di sé, da Christian De Sica allo straordinario Angelo Infanti (purtroppo scomparso nel 2010) nella parte di Cesare Cuticchia, alias Manuel Fantoni, fino all’impareggiabile Mario Brega, padre (ovviamente nella finzione) della fidanzata (interpretata da Roberta Manfredi, figlia del grande Nino) di Verdone.
Il quale Verdone nel film si chiama Sergio Benvenuti e l’omaggio è doppio: al grande regista Sergio Leone (uno dei primi a credere nelle qualità di Carlo) e allo sceneggiatore Leonardo Benvenuti.
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Come tutti sanno la protagonista femminile, fan sfegata dai Dalla, è invece Eleonora Giorgi. Disse Verdone in sede di presentazione del film: «Il personaggio di Eleonora è il mio stesso di quando avevo 15 anni e per vincere la timidezza copiavo gli atteggiamenti di chi ritenevo fornito di grinta».
Scriveva invece il nostro Massimo Santimone (cliccate qui) del personaggio interpretato da Eleonora Giorgi: «Una ragazza libera, emancipata, appassionata della vita e della musica, ma con una fragilità interiore pari solo a quella del personaggio interpretato da Verdone, che grazie a lei riesce a uscire dalla sua mediocrità».
Fra le curiosità del film va annoverato il cameo di Moana Pozzi e da citare c’è anche una vecchia intervista di Angelo Infanti che, a Stracult, dichiarò che la parte di Manuel Fantoni inizialmente era stata pensata per Vittorio Gassman. Chiaramente, tra i punti di forza del film deve essere anche ricordata la colonna sonora, affidata a Lucio Dalla, Stadio e Fabrizio Liberatore.
Il film vinse la bellezza di cinque David di Donatello e due Nastri d’argento.
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