Iva Zanicchi al Festival di Sanremo: dieci partecipazioni, tre vittorie e una lite con Benigni

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Iva Zanicchi
Foto dalla pagina Facebook di Iva Zanicchi

Conduttrice televisiva, attrice, perfino politica: in carriera (e nella vita) Iva Zanicchi ha fatto di tutto e di più, compreso posare per Playboy nel 1978. Il campo nel quale ha però saputo meglio destreggiarsi è sempre stato quello della musica. Soprannominata negli anni ’60 “l’aquila di Ligonchio”, Iva Zanicchi rientra nel novero (piuttosto risicato) di artisti che vantano almeno dieci partecipazioni a Sanremo. Ed ora, ad 82 anni appena compiuti, si appresta a gareggiare per l’undicesima volta, con una canzone che presenta firme importanti come quella di Celso Valli. Al Festival, in due occasioni, è andata anche come ospite, ed in altre due come componente della giuria di qualità e come opinionista. Ma soprattutto il Festival lo ha vinto tre volte: meglio di lei, con quattro successi, hanno fatto solo Claudio Villa e Domenico Modugno.

E dire che il suo esordio non fu particolarmente fortunato. La sua prima volta a Sanremo risale infatti al 1965, in coppia con Gene Pitney: la canzone era I tuoi anni più belli, scritta da Mogol, Mimma Gaspari ed Enrico Polito. Fu eliminata la prima sera, mentre il successo andò a Bobby Solo e The New Christy Minstrels con Se piangi, se ridi.

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L’anno dopo (1966) per lei le cose andarono solo un poco meglio. Insieme al dimenticato Vic Dana portò in gara La notte dell’addio, brano firmato da Arrigo Amadesi, Giuseppe Diverio, Memo Remigi e Alberto Testa. Questa volta la canzone superò la tagliola dell’eliminazione e la Zanicchi riuscì a cantare anche la sera della finale. Il piazzamento però, appena un 13° posto, non fu un granché. Ad imporsi furono Domenico Modugno e Gigliola Cinquetti con Dio, come ti amo.

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Nel 1967 arrivò per Iva Zanicchi la prima vittoria, anche se quel Festival, tragicamente, lo si ricorda più che altro per il suicidio di Luigi Tenco. La morte del cantautore non fermò però la manifestazione. Ed alla fine la cantante emiliana festeggiò il suo primo successo, in coppia con Claudio Villa. La canzone era Non pensare a me, scritta da Alberto Testa ed Eros Sciorilli.

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Nel 1968, anno della contestazione giovanile, la Zanicchi si presentò a Sanremo con l’intenzione di bissare il successo dell’anno precedente, forte di una canzone, intitolata Per vivere, scritta da due pezzi da novanta come Nisa ed Umberto Bindi. Ma le cose per lei e per Udo Jürgens, al quale quell’anno venne abbinata, non andarono come sperato. Il brano infatti non si qualificò per la finale, eliminato dopo la seconda serata. Si imposero Sergio Endrigo e Roberto Carlos con Canzone per te.

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Il Festival come le montagne russe. Dopo la vittoria del 1967 e l’eliminazione del 1968, Iva Zanicchi conquistò il suo secondo trionfo nel 1969 in coppia con Bobby Solo. Zingara, la canzone con cui vinse, era firmata da Luigi Albertelli ed Enrico Riccardi, e negli anni sarebbe diventata un classico della musica leggera italiana.

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Nel 1970 Iva Zanicchi partecipò per la sesta volta consecutiva al Festival, questa volta insieme a Sergio Endrigo. La coppia era quindi formata dai vincitori delle due edizioni precedenti, ma ad imporsi fu un’altra coppia, che era tale anche nella vita: Adriano Celentano e Claudia Mori, con Chi non lavora non fa l’amore. Zanicchi ed Endrigo, con la loro L’arca di Noè (scritta dallo stesso Endrigo con Luis Bacalov), conquistarono comunque un ottimo terzo posto. Ed anche in questo caso la canzone sarebbe poi rimasta nella memoria collettiva degli italiani.

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Dopo sei presenze di fila, Iva Zanicchi si prese qualche anno di pausa e tornò nella città dei fiori solo nel 1974. Il Festival iniziava a dare chiari segnali di crisi, ma era ancora una vetrina importante. In quell’occasione la Zanicchi colse la sua terza vittoria con Ciao cara come stai?, pezzo scritto da Cristiano Malgioglio, Daiano, Dinaro e Italo Janne. Sarebbe stato il suo ultimo successo.

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Nel 1977 Iva Zanicchi tornò a Sanremo, ma come ospite, per cantare Arrivederci padre.

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Nel 1979 fu richiamata come ospite e le venne offerta la possibilità di cantare due pezzi, Pronto 113 e Per te.

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A dieci anni dalla sua ultima partecipazione in gara, nel 1984 l’aquila di Ligonchio decise di rimettersi in gioco sul palco dell’Ariston. Nel frattempo il Festival era uscito dalla crisi del decennio precedente ed era tornato ad essere un evento che richiamava milioni di italiani davanti al teleschermo, capace anche di rilanciare carriere che sembravano in declino. La sua Chi (Mi darà), scritta da Umberto Balsamo e Cristiano Malgioglio, però, arrivò solo nona e non ebbe un grande riscontro sul mercato discografico. Vinsero Al Bano e Romina Power con Ci sarà.

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Senza smettere mai di cantare, dopo il Festival del 1984 Iva Zanicchi decise di dedicarsi prevalentemente alla televisione. Con Ok, il prezzo è giusto! divenne uno dei volti più popolari del piccolo schermo, autentico simbolo della televisione commerciale di quegli anni. Nel 2001 tornò comunque al Festival come componente della giuria di qualità presieduta da Gino Paoli, ma il suo ritorno in gara avvenne solo nel 2003. Non le andò però molto bene. La canzone si intitolava Fossi un tango, era stata scritta da Loriana Lana e Aldo Donati, e si classificò ultima su venti partecipanti. Vinse Alexia con Per dire di no.

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Nel 2005 la Zanicchi tornò all’Ariston, ma come opinionista. Nel 2009, quindi, fu la volta della sua ultima (per ora) partecipazione in gara. Anche in questo caso, però, non fu fortunata. La canzone si intitolava Ti voglio senza amore, era stata scritta da Fabrizio Berlincioni e Franco Fasano, e non si qualificò per la serata finale. Non mancò nemmeno una polemica con Roberto Benigni, che durante la sua esibizione come ospite aveva ironizzato sul testo (cliccate qui). La Zanicchi sostenne di essere stata penalizzata dal comico toscano, accusandolo per il mancato approdo in finale, e se la prese anche con Paolo Bonolis, quell’anno conduttore (cliccate qui). Vinse Marco Carta con La forza mia.

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Trascorsi 13 anni, chiamata da Amadeus, Iva Zanicchi si appresta ora a tornare in gara al Festival per la sua undicesima volta. Porta un brano che si intitola Voglio amarti ed è firmato da Italo Janne, Vito Mercurio, Celso Valli ed Emilio Di Stefano. Lo scorso anno Sanremo rilanciò la carriera di Orietta Berti e le regalò una seconda giovinezza. Accadrà la stessa cosa nel 2022 alla cantante emiliana?

Nato a Lavagna (GE) il 26 luglio 1970, nel giorno in cui si sposano Albano e Romina, dopo un diploma in ragioneria ed una laurea in economia e commercio, inizio una brillante (si fa per dire) carriera come assistente amministrativo nelle segreterie scolastiche della provincia di Genova e, contemporaneamente, divorato dalla passione del giornalismo, porto avanti una lunga collaborazione con l’emittente chiavarese Radio Aldebaran, iniziata nel 2000 e che prosegue tuttora. Per 15 anni ho collaborato anche con il quotidiano genovese Corriere Mercantile. Dal 2008 e fino alla sua chiusura ho curato il blog Atuttovasco.

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