Tutti i plagi e le “forti somiglianze” del Festival di Sanremo

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Inizia Sanremo e come ogni anno uno dei giochini preferiti di tutti coloro che “io no, Sanremo non lo seguo”, ma intanto sanno tutto su cantanti e canzoni del Festival è scoprire quali sono i plagi, o perlomeno le “forti somiglianze” dei pezzi in gara con le canzoni del passato.

Pure quest’anno, sotto questo aspetto, il Festival è partito col botto, anche se in realtà in questo caso più che di un plagio si tratterebbe di un “furto”, o comunque di una mancata attribuzione come co-autore di un pezzo. Si tratta di Abbi cura di te, presentato da Highsnob in coppia con Hu. Ebbene, il rapper Junior Cally ha scritto sui suoi social: «Con che coraggio hai portato a Sanremo un brano scritto da me. Sei un poveraccio. È giusto sapere, signore e signori: quel brano è pure mio». L’organizzazione di Sanremo, dopo aver esaminato la questione, ha dato ragione a Highsnob e confermato la canzone in gara.

E subito dopo la prima esibizione, in tanti hanno fatto notare che Achille Lauro ha “plagiato” se stesso: Domenica in pratica sarebbe l’ennesima replica di Rolls Royce. Mentre Sei tu di Fabrizio Moro ricorda parecchio Che sia benedetta di Fiorella Mannoia.

In attesa di scoprire se l’edizione 2022 ci riserverà altri “casi”, qui di seguito facciamo una rapida carrellata su quali sono stati i casi più clamorosi delle precedenti edizioni; partendo da un dato statistico: pare che le accuse più o meno documentate nel corso degli anni siano state circa 200, ma di queste pochissime sono arrivate nelle aule dei tribunali e quasi nessuna ha ottenuto riscontri pratici. Del resto è noto che una delle cose più difficili da dimostrare sul piano legale è proprio il plagio di una canzone. Come si suol dire, le note sono 7…

Con la nostra carrellata partiamo da molto lontano: nel 1958 Domenico Modugno trionfò con Nel blu dipinto di blu, poi passata alla storia come Volare. Un certo Antonio De Marco sostenne che il Mimmo Nazionale e il suo coautore Franco Migliacci avevano saccheggiato una canzone che lui aveva scritto un paio d’anni prima, Il castello dei sogni, mai incisa, ma eseguita al vivo. Mr. Volare reagì citando De Marco per diffamazione e vinse la causa.

Nel 1960 il Festival lo vinsero Renato Rascel e Tony Dallara con la celeberrima Romantica. Qualche tempo dopo un veterinario, musicista per hobby, tal Nicola Festa, accusò Rascel di aver copiato un suo brano intitolato Angiulella. Per sostenere la sua tesi, il querelante fece convocare dal tribunale il compositore classico e accademico Ildebrando Pizzetti. Ma la contromossa di Rascel fu geniale: chiese una perizia nientemeno che a Igor Stravinsky, che lo scagionò totalmente.

Almeno fino ad oggi, l’unico plagio riconosciuto da un tribunale, con sentenza passata in giudicato, è quello di Taxi, brano scritto nel 1970 da Pace-Panzeri-Conti-Argenio e cantato da Antoine e Anna Identici. La querelante, Maria Pia Donati Minelli, una musicista dilettante, non accettò alcuna transazione e dopo una causa durata anni, fu risarcita con 110 milioni di lire oltre al pagamento delle ingenti spese processuali: Taxi aveva plagiato la sua Valzer brillante, composta nel lontano 1948.

Restiamo nel 1970: vince l’accoppiata Adriano Celentano – Claudia Mori con Chi non lavora non fa l’amore. Facile notare che è parecchio simile a Give Peace a Chance, incisa un anno prima dalla Plastic Ono Band.

Nel 1971 i Ricchi e Poveri in coppia con José Feliciano si piazzano al secondo posto con Che sarà: anche se il ritmo è diverso, la canzone ha due strofe musicali praticamente identiche a London London (1970) di Caetano Veloso.

Facendo un salto in avanti di una dozzina d’anni, una sconosciuta Tiziana Rivale vince l’edizione 1983 proponendo Sarà quel che sarà, praticamente una copia di Up Where We Belong (1982), brano cantato in coppia da Joe Cocker & Jennifer Warner e diventato tema principale della colonna sonora di Ufficiale e gentiluomo (tra l’altro, praticamente in contemporanea con il Festival di Sanremo, ottiene un Oscar come “miglior canzone originale”).

E arriviamo agli anni ’90. Nel 1995 Gente come noi di Ivana Spagna pare troppo simile a Last Christmas (1984) degli Wham!

L‘anno dopo scoppia il “caso Ron”: si presenta in gara, in coppia con Tosca, cantando Vorrei incontrarti tra cent’anni. Vincono. Ma parecchie persone fanno notare che l’introduzione è molto simile a More Than Words (1990) degli Extreme (nel 1993 tradotta anche in italiano dall’accoppiata Luca Carboni – Jovanotti con il titolo di O è Natale tutti i giorni: una versione dimenticabilissima!). Ma quel che più colpisce è il fatto che alcuni versi di Vorrei incontrarti tra cent’anni sono copiati pari pari da sonetti di Shakespeare.

Nel 1997 Sei tu di Syria ricalca l’andamento musicale di Per noi innamorati (1993) di Gianni Togni. Mentre Nek fu citato in tribunale da Gianni Bella con l’accusa di aver plagiato con Laura non c’è la sua Più ci penso (1974). Ma il tutto finì con un nulla di fatto. Sempre nello stesso anno, i mitici Jalisse (mitici per essere stati una vera e propria meteora) vinsero con Fiumi di parole, praticamente una copia di Listen to Your Heart (1989) del duo svedese Roxette.

Arriviamo al terzo millennio, che si apre con un caso che ha fatto discutere parecchio: l’armonia di Brivido caldo dei Matia Bazar (terzo posto nella classifica finale) ricorda quella di Libertango (1980) di Grace Jones. Sempre nel 2000, Ivana Spagna canta Con il tuo nome, canzone che rimanda al tema conduttore della colonna sonora Braveheart (1995), film diretto da Mel Gibson.

Nel 2001 fecero scalpore i Sottotono, la cui canzone Mezze verità a tanti ricordava il primo singolo della boy band ‘N Sync, Bye Bye Bye,uscito l’anno prima. Sempre nel 2001, in tanti puntano il dito pure su Tu che ne sai di Gigi D’Alessio, la cui armonia ricorda parecchio quella di Circle of Life (1994) di Elton John. E qualcuno ha qualcosa da ridire pure su Stai con me dei Gazosa, contenente richiami a un brano mitico come Kashmir (1975) dei Led Zeppelin.

Nel 2002 ad essere preso di mira è Francesco Renga (per la prima volta nella categoria “campioni”) con Tracce di te, che pare troppo uguale a Due grosse lacrime bianche (1969), con la quale Iva Zanicchi partecipò all’Eurofestival. Qualcuno fa notare che pure Ora che ho bisogno di te proposto dall’accoppiata Fausto Leali & Luisa Corna è simile a Do that to me one more time (1979) di Captain & Tenille.

Due i casi anche nel 2003: Fortuna di Luca Barbarossa è simile a Il bandito e il campione (1992), composta da Luigi Grechi e portata alla notorietà da suo fratello Francesco De Gregori. Il secondo caso riguarda ancora una volta Fausto Leali, la cui Eri tu riecheggia Fallin’ (2001) di Alicia Keys.

Il ritornello della canzone vincitrice di Sanremo 2004 L’uomo volante di un rinato Marco Masini è molto simile a E ritorno da te (2001) di Laura Pausini.

Nel 2008 scoppia fragorosamente il caso di Loredana Bertè, che presenta Musica e parole; ma fu esclusa dalla gara perché la commissione artistica scelta dalla Rai trovò quel brano straordinariamente simile a Ultimo segreto (1988) di Ornella Ventura, canzoni che peraltro avevano in comune gli stessi autori, Oscar Avogadro e Alberto Radius.

Saltiamo direttamente al 2016, quando a Noemi fu consegnato un Tapiro da quelli di Striscia la notizia perché la sua canzone La borsa di una donna somigliava alla grande non soltanto nel titolo (Nella borsa di una donna), ma anche in vari passaggi del testo a un brano pubblicato da Giorgio Faletti nel 2013.

Tre anni fa alcuni notarono una forte somiglianza tra Con te di Sergio Sylvestre e un’altra Con te, ma questa scritta da Alberto Fortis nel 2016. Altri hanno accostato la canzone seconda classificata, Che sia benedetta di Fiorella Mannoia, a Un mondo più vero (2014) di Michele Bravi. Però il caso più clamoroso è stato quello di Non siamo infinito di Alessio Bernabei, molto ma molto simile a One Last Time (2014) di Ariana Grande.

Nel 2018 a finire nel mirino furono  Meta & Moro con la canzone che poi avrebbe vinto il Festival: poi in realtà risultò tutto un bluff, o perlomeno una notizia vera solo in minima parte, in quanto il pezzo non era affatto un plagio, ma semmai poteva esserci un problema di regolamento in quanto una parte di esso era già stato eseguito pubblicamente (qui tutta la storia).

Nell’edizione 2019 il caso più clamoroso è successo ad uno dei personaggi più controversi del Festival, Achille Lauro, la cui Rolls Royce a molti ha ricordato 1979,  una struggente ballata degli Smashing Pumpkins. A farlo notare per primo fu il rapper Frankie Hi-NRG.

Nel 2020 è toccato a una giovane, Tecla Insolia, la cui 8 maggio secondo gli ormai imperanti social ricorda parecchio Un senso di Vasco Rossi. Altri hanno notato somiglianze tra Gigante di Piero Pelù e Keep Your Heart Broken dei finlandesi The Rasmus e No grazie di Junior Cally con Black Skinhead di Kanye West.

L’anno scorso qualcuno aveva fatto notare che Zitti e buoni dei Maneskin ricorda parecchio F.D.T. degli Anthony Laszlo, in particolare nel ritornello, dove entrambi i brani ripetono più volte la frase “Fuori di testa”. La Rai e la Sony Music, dopo aver consultato alcuni periti, esclusero con forza ogni ipotesi di plagio. Anche se a molte persone restò il dubbio riguardo le “forti somiglianze”.

Ma ora sta per iniziare una nuova edizione: c’è da aspettare ancora poco per sapere se ci saranno plagi, o più semplicemente forti somiglianze. Ci scommetto che vi state già esercitando con Shazam!

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Massimo Poggini è un giornalista musicale di lungo corso: nella seconda metà degli anni ’70 scriveva su Ciao 2001. Poi, dopo aver collaborato con diversi quotidiani e periodici, ha lavorato per 28 anni a Max, intervistando tutti i più importanti musicisti italiani e numerose star internazionali. Ha scritto i best seller Vasco Rossi, una vita spericolata e Liga. La biografia; oltre a I nostri anni senza fiato (biografia ufficiale dei Pooh), Questa sera rock’n’roll (con Maurizio Solieri), Notti piene di stelle (con Fausto Leali) e Testa di basso (con Saturnino) e "Lorenzo. Il cielo sopra gli stadi", "Massimo Riva vive!", scritto con Claudia Riva, "70 volte Vasco", scritto con Marco Pagliettini, e "Lucio Dalla. Immagini e racconti di una vita profonda come il mare".

22 COMMENTI

  1. Secondo me la canzone Frida Mai mai mai dei the Colors assomiglia molto a quella dei The Script intitolata together we cry.
    Gli assomiglia, non dico che sia un plagio!

  2. La canzone de Lo Stato Sociale ha un ritmo e una musica che richiama molto una canzone degli Alphaville “Summer in Berlin” (1984….

  3. La canzone di Arisa (festival di Sanremo 2019) somiglia molto al ritornello della canzone intitolata “Semplice” di Gianni Togni….

    • incredibile. mi sembrava di averla già sentita. e comunque sono sicurissimo che CREMONini l’ha copiata a sua volta. io quel motivo l’ho già sentito è pure famoso.

  4. Ciao a tutti… “Una canzone lontanissima” ha chiaramente il giro di accordi iniziale di chitarra non solo uguale, ma anche con la stessa ritmica del brano degli Empire of the Sun e questo immediatamente mi ha girato in testa la sera stessa. Forte somiglianza anche con Cremonini “figlio di un Re”, ma al riascolto di stasera.. sul ritornello ho avuto il lampo, cambiate le parole con un bel “la valigia sul letto, è quella di un lungo viaggio”. Calza a pennello, no?.. : )

  5. Secondo me’la canzone di Sanremo di San Giovanni Farfalle non è altro che una copia della sua stessa canzone che ha presentato ad Amici di Maia De Filippi quale:Lady,sono uguali … Cosa né pensate?

  6. scusate ma la canzone di cremonini la ragazza venuta dal futuro è copiata sicuramente da un giro di discomusic degli abba o non so chi…l’ho già sentita. parecchio imbarazzante devo dire.
    Ma perché scusate il brano di ranieri non vi suona come zarrillo? ..
    Io con tutto il rispetto ma, sono ormai 15anni che denunciamo questa gente che non si sa perchè stia sul palco sinceramente (e non tanto per i plagi in sé) ma perchè non sa nemmeno cantare. questi festival in generale, sono veramente imbarazzanti. altro che standing ovation, io gli lancerei ben altro. si partì con bonolis e quello schifo del 2009 con arisa che aveva plagiato più di un brano insieme..e non si sono mai più fermati col trash.

    • A me “ricorda” (nel senso, le strofe sono identiche, persino stessa chiave) una canzone poco conosciuta dei Lynyrd Skynyrd, White Dove. Non so se sia un caso o meno, ma è davvero difficile non sentire la somiglianza.

  7. La canzone Brividi di Mahmood e Blanco non ha solo una somiglianza con “Another Love”, ma anche con una italiana di cui non ricordo il titolo…del resto questo cantante non è nuovo a “prestiti” e “mutui” da altri artisti.

  8. Sarà per te di Nuti e copiata al il cielo di Renato zero, provate a cantare il cielo sopra la basa di Nuti, ci sta benissimo

  9. Possibile che nessuni si sia mai accorto del plagio di RAF ? LA PIÙ BELLA DEL MONDO è identica a i’ll be waiting di clive griffin.. provate ad ascoltarla…

  10. buongiorno, secondo me, la canzone di Elisa ” luce” somiglia in alcuni passaggi a quella di Jo Chiarello ” che brutto affare “

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