Elisa: “La vittoria? Ma ho già vinto, grazie al vostro affetto, che ha spazzato via la mia insicurezza”

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Elisa è tornata al Festival di Sanremo 21 anni dopo la sua unica e vittoriosa partecipazione. La sua è proprio una gara a parte, non solo per la stampa, ma anche per il pubblico, che la piazza con O forse sei tu al terzo posto della classifica provvisoria (scalzata dal 2° posto da Gianni Morandi post serata cover). In aria da podio, l’artista triestina, che ha sposato (è proprio il caso di dirlo), un solo colore sul palco dell’Ariston, nell’incontro stampa riservato ai giornalisti, a una manciata di ore dalla finale, risponde a tutte le nostre domande.

“Grazie per l’affetto prima di tutto, sono contenta di com’è andata finora, non era affatto scontato. Sanremo è il palco più importante per portare la mia nuova musica, ma la gara è l’ultimo dei miei pensieri. Non l’amavo nemmeno 21 anni fa – sorride – ma sono venuta per lo stesso motivo di allora. Il Festival è chiaramente una vetrina anche per il nuovo progetto. Ammetto quindi, anche con grande insicurezza iniziale, di aver scelto di partecipare per questo”.

La nostra dunque assicura di aver già vinto così, e a proposito del brano e del nuovo doppio album, Ritorno al futuro/Back to the future (out dal 18 febbraio) aggiunge: “O forse sei tu è uno degli esempi più classici del disco, dentro ci sono altri pezzi molto più contemporanei, in realtà. La canzone ha avuto anche una lunga gestazione, cominciata ben quattro anni fa. Dentro ci sono pure riferimenti ai Beatles, tra i miei primi ascolti”.

Sulla scelta del total white per queste serate, commenta in seguito: “È una cosa a cui abbiamo pensato molto, io e Pierpaolo Piccioli, che ha seguito anche il videoclip di Seta. Gli ho proposto io di usare il bianco, e tornare così anche all’immagine che avevo 21 anni fa, che potesse giocare proprio col titolo dell’album Ritorno al futuro, appunto. Insomma, uno sguardo al passato che però punta in avanti”.

Comunque vada stasera, di sicuro Elisa è una delle dominatrice di questo Festival, con “quella stupida voglia di vivere” che ce la fa amare ogni volta di più.

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