Gli occhi di Tammy Faye

Ascesa e caduta di una coppia di famosi telepredicatori Usa

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Gli occhi di Tammy Faye
di Michael Showalter
con Jessica Chastain, Andrew Garfield, Cherry Jones, Vincent D’Onofrio, Fredric Lehne

La storia dovrebbe essere vera (era già diventata un tv movie con Kevin Spacey, Fall of Grace) ma non siamo in grado né desiderosi di controllare se era così squallida. Garfield, il reverendo Bakker, e  Chastain, sua moglie Tammy Faye, vengono da famiglie molto religiose, sentono la vocazione a convertire il prossimo e finiscono telepredicatori, che è un incrocio tra la vendita del prodotto Gesù e una vocazione irrefrenabile a produrre musica country cristiana. Differenza: lui è un venditore di fede che storna le offerte dei fedeli per finanziarsi imprese immobiliari che poi possono piacere ai grandi elettori repubblicani della presidenza Reagan, lei ha fin da piccola una strana devastante (vera? allucinata?) fede che la porta alla cristiana comprensione dei gay nel mondo estremamente razzista dei telepredicatori. Lui alla fine si rivela gay ma anche debole con le segretarie, lei alla fine, poveretta, assomiglia al joker, perché il trucco delle labbra e degli occhi se l’è fatto tatuare. Potrebbe sembrare l’inchiesta su un delirio, ma è piatta, gli attori gigioneggiano e il meccanismo è ripetitivo: i telepredicatori con la Bibbia in mano smielano, pregano, peccano, rubano, cantano e vengono puniti da predicatori più bigotti e crudeli di loro. Il film registra lo squallore con cura, ma non basta.

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