Nel campo della comunicazione musicale, Mimma Gaspari è una di quelle che hanno “inventato” il mestiere. Ed hanno anche avuto il privilegio di farlo quando la parola “Mestiere” si poteva scrivere con la “m” maiuscola. La sua carriera è iniziata verso la fine del 1959: era una ragazzina un po’ snob quando Teddy Reno le propose di lavorare per le Messaggerie Musicali, una delle più importanti case discografiche dell’epoca. Qualche tempo dopo lasciò Milano per trasferirsi a Roma, dove per lunghi anni lavorò per la RCA, un’autentica corazzata, contribuendo all’affermazione di molti cantanti, da Lucio Dalla a Patty Pravo, da Enzo Jannacci a Nada, Renato Zero, Gabriella Ferri, Gianni Morandi, Paolo Conte e via elencando.
Insomma, “la Mimma” (o “tesora”, come la chiamava il geniale Lucio Dalla) ne ha viste tante e cose da raccontare ne ha. Lo ha fatto in un libro di ben 592 pagine pubblicato da Baldini+Castoldi. Si intitola La musica è cambiata?! ed ha per sottotitolo Dite la vostra che io ho detto la mia. Quei punti interrogativo ed esclamativo non sono messi lì per caso. Si capiscono meglio dopo aver letto queste righe scelte dall’autrice a mo’ di incipit: «Noi non vendevamo saponette, vendevamo sogni, emozioni, pensiero, divertimento: e certo subivamo tensioni, ma eravamo coinvolti in una “bolla artistica” e nell’orgoglio di portare a termine un’impresa grande. Perché allora la canzone era una cosa grande».
In pratica sono due libri in uno. La seconda parte è la riedizione di un volume già pubblicato nel 2009 (si intitolava Penso che un «mondo» così non ritorni mai più), nel quale Mimma racconta la sua lunga esperienza lavorativa, con tanti retroscena che hanno per protagonisti i personaggi che ho già citato e tanti altri. La prima parte invece analizza quanto è successo negli ultimi dieci anni, in particolare in ambito rap, trap e indie. E poi ci sono parecchie interviste, per esempio a Renzo Arbore, Claudio Baglioni, Orietta Berti, Mara Maionchi, Mogol, Willie Peyote e altri ancora.
Insomma, c’è tanta roba. E la lettura di questo libro permette di immergersi in un mondo che (purtroppo) non esiste più, ma al tempo stesso capire come si è evoluto quel mondo e cosa significhi “fare musica” oggi.