Il discorso perfetto
di Laurent Tirard
con Benjamin Lavernhe, Sara Giraudeau, Kyan Khojandi, Julia Piaton, François Morel
Adrien è stato messo in pausa dalla fidanzata, quindi è alle prese con la sua personale fine del mondo, le sue paturnie, le cene in famiglia, la mamma, il papà, la sorella che sta per sposarsi e il futuro cognato che gli chiede di tenere un discorso al matrimonio. Adrien si rivolge allo spettatore in buffa sospensione teatrale e analizza tutti (ma proprio tutti!) i tipi di fallimento in cui incorrerà tenendo questo discorso: il film è in sostanza l’elenco delle battute, delle brutte figure, delle gaffe, delle reazioni, delle mancate reazioni e dei disastri che Adrien si immagina, in condimento di passato e di ricordi. Tutto quello che Adrien racconterebbe a un analista ce lo racconta a tavola , all’inizio con nostra sorpresa, poi con spasso e dopo un po’ con l’inquietante sensazione che la nevrosi stia superando il divertimento. Ipercinema francese tutto di parola che in parte si spiega quando si guarda il curriculum del regista Tirard: Le avventure galanti del giovane Molière, Il piccolo Nicolas e i suoi genitori, e Asterix e Obelix al servizio di Sua Maestà, e a questo punto verrebbe da dire che Il discorso perfetto è un mix di Le avventure galanti del giovane Adrien, Il piccolo Adrien e i suoi genitori e Adrien e Adrien al servizio di Sua Maestà. Un cinema molto di testa e di testo, spesso luccicante nei dialoghi, in alcuni momenti anche piuttosto divertente. Viene da un romanzo di FabCaro e ricorda certi nevrotici dei fumetti di Lauzier.
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