A un anno dalla sua scomparsa
Regista, sceneggiatore, critico e storico del cinema, produttore illuminato e indipendente, fondatore e presidente dell’Istituto Lumière di Lione (sua città natale), Tavernier è stato un autore il cui ecclettismo si è sempre accompagnato alla passione e alla ricerca della qualità in ogni campo. Cresciuto culturalmente nella Parigi degli anni Sessanta, diventa assistente di Jean-Pierre Melville, di Georges de Beauregard, il produttore più importante della Nouvelle Vague, poi addetto stampa e infine regista esordiente nel lungometraggio con L’ orologiaio di Saint Paul, tratto da un romanzo di Georges Simenon, interpretato da Philippe Noiret, protagonista di molti suoi film (l’attore per questa interpretazione vincerà l’Orso d’Argento al festival di Berlino). Nella sua luminosa carriera Tavernier ha saputo spaziare in generi diversi: dal noir, Colpo di spugna e Il giudice e l’assassino, ai capolavori antibellici, La vita e nient’altro e Capitan Conan, alle commedie sentimentali, Daddy Nostalgie e Una domenica in campagna (miglior regia al festival di Cannes 1984). È stato ancora autore di film legati alla cronaca e alla contemporaneità, come L’esca, Legge 627, La piccola Lola. Coraggioso oppositore del potere devastante dei mass media, firma il bellissimo La morte in diretta. A Bertrand Tavernier, che nel corso della sua carriera continuerà a battersi attraverso le sue pellicole, contro ogni forma di ingiustizia, la Mostra del Cinema di Venezia ha attribuito nell’edizione 2015 il Leone d’Oro alla carriera.