È stata presentata questa mattina, con una conferenza stampa in diretta dalla Gran Sala Piero Cesanelli dello Sferisterio di Macerata alla quale hanno partecipato anche Roberto Vecchioni e Cristina Donà, l’edizione 2022 di Musicultura, il Festival che premia dal 1990 i nuovi protagonisti della musica d’autore e popolare italiana. Record d’iscritti per quest’anno: ben 1086 artisti che aspirano a vergare le note e le parole che, auspicabilmente, ci accompagneranno nel percorrere un tratto della nostra storia culturale.
La prima scrematura ha previsto la selezione di 61 proposte: tutti autori e autrici delle loro canzoni, essi accedono ora alle Audizioni Live del concorso, in programma dal prossimo 24 febbraio e fino al 6 marzo ogni sera (con esclusione di lunedì 28 febbraio) al Teatro Lauro Rossi di Macerata, con ingresso libero, e in diretta streaming sui canali social di Musicultura.
Al termine delle Audizioni Live, la giuria di Musicultura selezionerà la rosa dei sedici finalisti, che saranno protagonisti di due concerti al Teatro Persiani di Recanati in collaborazione con Rai Radio 1, la radio ufficiale di Musicultura, nel prossimo mese di maggio. Le loro canzoni comporranno inoltre il CD compilation della XXXIII edizione. Parallelamente, le canzoni finaliste godranno di un’ampia diffusione radiofonica e il pubblico avrà modo di votarle per designare due degli otto vincitori. I restanti sei saranno designati dall’insindacabile giudizio del Comitato di Garanzia.
Gli otto vincitori di Musicultura saranno protagonisti nel prossimo mese di giugno, con prestigiosi ospiti italiani e internazionali, delle serate di spettacolo finali del Festival, all’Arena Sferisterio di Macerata. Lì sarà il voto del pubblico a eleggere il vincitore assoluto del Concorso, al quale andrà il Premio Banca Macerata di 20.000 euro. Verranno inoltre assegnati la Targa della Critica Piero Cesanelli (€ 3.000), il Premio AFI (€ 3.000), il Premio per il miglior testo (€ 2.000) e il Premio (€10.000) per la realizzazione di un tour, con il sostegno di NuovoImaie.
Del Comitato di Garanzia del Festival fanno attualmente parte Francesca Archibugi, Enzo Avitabile, Claudio Baglioni, Diego Bianchi, Francesco Bianconi, Luca Carboni, Alessandro Carrera, Guido Catalano, Ennio Cavalli, Carmen Consoli, Simone Cristicchi, Gaetano Curreri, Teresa De Sio, Niccolò Fabi, Giorgia, Dacia Maraini, Mariella Nava, Antonio Rezza, Vasco Rossi, Ron, Enrico Ruggeri, Tosca, Paola Turci, Roberto Vecchioni, Sandro Veronesi. Alla folta e prestigiosa platea si sono aggiunti altri due nomi: la scrittrice e poetessa Maria Grazia Calandrone e La Rappresentante di Lista, che ha esordito proprio a Musicultura nel 2014.
La serata di apertura avrà una graditissima ospite, Cristina Donà: «È un vero piacere che un’artista coerente e coraggiosa come Cristina, le cui canzoni hanno la rara virtù di unire generazioni diverse, sia con noi in questa festa della musica live e dell’arte dell’incontro che sono le audizioni di Musicultura. E ci aspettano anche altre belle sorprese — ha dichiarato il direttore artistico Ezio Nannipieri — Cosa ci dicono le canzoni dei giovani artisti e artiste che ora ci accingiamo a testare nella loro resa dal vivo? Che l’ironia, la sensibilità, l’onestà di mente e la pulizia di cuore di chi scrive e canta non si sono perse per strada, solo si esprimono con meno perentorietà di un tempo, cercando modi di sfuggire al già detto, per non rimanerne inghiottite sul nascere».
LE 61 PROPOSTE PRESCELTE
Anna e l’Appartamento, Verona; Apu, Forlì; Avorio, Lanciano; Barriera, Capua; Valentina Brozzu, Milano; Filippo Bubbico, Lecce; Caspio, Trieste; Costanza, Livorno; Lorenzo Disegni, Roma; Effenberg, Lucca; Elton Novara, Milano; Emit, Lodi; Faax, Roma; Francesco Forni, Roma; Fran e i pensieri molesti, Torino; Luigi Friotto, Chieti; G Pillola, Genova; Ganugi, Prato; Giuliettacome, Forlì; Guido Maria Grillo, Salerno; Helen Aria, Aosta; Hurricane, Vicenza; Ilclassico, Bologna; Iosonorama, Napoli; Isotta, Siena; Kamahatma, Trecate (NO); Kimerica, Padova; Lamine, Trapani; Matteo Leone, Calasetta (SU); Sara Loreni, Parma; Maestral, Venezia; Luca Maggiore, Forlì; Malvax, Modena; Daniele Mirante, Roma; Moretti, Milano; Moriel, Modena; Pecci, Milano; Valentina Polinori, Roma; Ponente,Palermo; Popforzombie, Torino; Proia, L’Aquila; Cassandra Raffaele, Vittoria (RG); Sofia Rollo, Lecce; Sandri, Cesena; Scuro, Lecce; Sir Jane, Bologna; Valeria Sturba, Bologna; Tano e l’ora d’aria, Bari; Stefania Tasca,Torino; Te quiero Euridice, Piacenza; Themorbelli, Alessandria; Toolbar,Trento; Tsunami, Roma; Valerio Lysander, Roma; Vena, Milano; Chiara Vidonis, Trieste; Martina Vinci, Genova; Vito, Palermo; Y0, Ravenna; YoshWhale, Salerno; Zerella, Avellino.
LE DICHIARAZIONI DEGLI OSPITI
Cristina Donà:
Conosco la realtà di Musicultura da diversi anni, la seguo e trovo che avere la possibilità di partecipare a una manifestazione come questa, che premia la creatività anche in modo pratico, sostenendo economicamente gli artisti che partecipano, per chi fa già parte del mondo della musica, e ha a che fare spesso con un mondo personale ristretto sebbene ricco di sfumature, sia una occasione per entrare in una collettività, il che, in questo momento storico nel quale si premia l’individuo, è molto prezioso, perché si incontrano altri musicisti, altri mondi musicali, ed è una avventura che arricchisce chi partecipa. Sì, esiste la rete che permette di interagire e di ascoltare, di farsi un’idea della situazione del mercato, ma la partecipazione fisica e attiva credo sia un bel nutrimento. Io sarò presente nella prima serata: un grande onore.
Roberto Vecchioni:
La lingua fa parte di una struttura, che è la società, il mondo in cui viviamo. Non è negativo che la lingua cambi, ma l’importante è che cambi sempre in un modo espressivo, che si riesca a capire e che non modifichi gli aspetti più belli che la lingua italiana possiede.
Oggi la lingua della canzone è molto sintetica, semplice, rapida; dobbiamo pensare che noi artisti viaggiamo su due binari paralleli, che però talvolta s’incontrano: la tradizione, la mia, di Guccini, di De André, una lingua letteraria, quasi una lingua che proviene proprio dalla letteratura e non dalla cultura popolare, e poi la lingua di un mondo in rapida evoluzione, tecnologico, dei giovani: dobbiamo ascoltarla, portarla avanti, correggerla, aiutare. Ci sono cose bellissime nel nuovo assetto linguistico della canzone, e sebbene io sia un nostalgico, che guarda con un occhio particolarmente affettuoso alla tradizione, guardo anche a tutte queste novità valutandone gli aspetti positivi e quelli negativi, che comunque ci sono.
Anche nell’ultimo Sanremo, che non era male, ho ascoltato canzoni in questo nuovo linguaggio che mi hanno interessato moltissimo. Chi scrive canzoni per partecipare, per esempio, a un festival come Musicultura, abita un mondo di valori sia lingiustici che musicali che non vuol far morire, e perciò è importante che queste manifestazioni sopravvivano sempre.
Da più di vent’anni, ormai, la musica italiana è esternazione continua su un tappeto musicale, e dobbiamo entrare in questa nuova dimensione espressiva che io ritengo estremamente interessante. La tradizione melodica, però, sta perdendosi, ed è questo che dovremmo evitare.
Facciamo un paragone culturale: quando Alessandro Magno conquistò mezzo mondo e impose una lingua nuova, la koinè, inizialmente nessuno comprese questa scelta, ma poi la koinè divenne universale. Direi quindi che questa nuova lingua contemporanea va accettata e anche amata: le forme della canzone e i modi di esprimersi in musica sono tantissimi, il dialetto stesso è perla della cultura italiana, pur non avendo niente a che vedere con la lingua italiana “dantesca”. In questo tempo, dunque, dobbiamo assimilare il punto nel quale le nuove generazioni hanno portato l’espressione linguistica in canzone, perché il linguaggio muterà ancora e sempre, senza che ciò voglia significare che la tradizione cantautorale classica si perderà. L’importante è che si sia sempre capaci di suscitare emozione autentica, a prescindere dalla forma tecnico-sintattica della lingua stessa.
Cristina Donà:
Il mio punto di vista è molto simile a quello di Roberto: le nuove generazioni sono quelle che per eccellenza hanno delle antenne che captano meglio di altri la realtà, una realtà frantumata che è sostanzialmente guidata dalla tecnologia, e quindi la musica, che è riflesso di questa nuova modalità, non può che far rientrare nel suo linguaggio i suoni, la frantumazione, la varietà. Una cosa che mi ha stupito e che mi stupisce è il fatto che non c’è nulla, nel nuovo, che suoni datato a livello musicale. Spesso io faccio fatica a capire questo linguaggio, e allora mi chiedo: perché si canta così, quasi a voler nascondere il significato delle parole? Evidentemente è perché la registrazione della realtà da parte di questi nuovi artisti comprende anche questo, una confusione e un disagio che vengono poi riportati nella musica, e il disagio è una cosa che mi arriva molto, lo colgo anche negli accenti, nelle sfumature, nella pronuncia.
Va detto che già negli anni ’90 nella scena milanese si attingeva moltissimo dalla musica anglosassone sia dal punto di vista dei suoni che dei testi, che stavano assumendo aspetti “per immagini”. Mi sembra dunque doveroso e anche istruttivo entrare in questi mondi nei quali c’è tantissimo da imparare.
Banca Macerata è Main Partner di Musicultura. Il Festival ha il sostegno del Ministero della Cultura, del Comune di Macerata e della Regione Marche. Rai Radio1 è la Radio Ufficiale del festival. Partner culturali l’Università di Camerino, l’Università di Macerata e l’Accademia di Belle Arti di Macerata. Contribuiscono alla realizzazione della manifestazione la Camera di Commercio delle Marche, Unico, APM, NuovoImaie, AFI. Partner tecnici: Clinicalab, Sound D-Light, Connesi.
Per ulteriori informazioni, vi rimandiamo al SITO UFFICIALE del Musicultura Festival.