Elisa: “Quella stupida voglia di vivere va cercata sempre”

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Elisa

Sono pochi gli artisti che possono permettersi di cambiare senza snaturare la proprio essenza. Elisa è sempre stata coraggiosa ed istintiva, dedita soltanto a seguire il suo sentire privato, emozionale ed artistico, rimettendosi sempre in gioco. La cantautrice friulana, infatti,  è reduce dal secondo posto all’ultimo Festival di Sanremo con il brano O forse sei tu, 21 anni dalla storica vittoria con Luce (tramonti a Nord Est).

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“Quando vai a Sanremo c’è un’energia ancestrale, è tutto poco gestibile. Come se sentissi tutte le cose pazzesche che sono passate di là. Appena finito ho mangiato tutto ciò che non avevo mangiato nei giorni prima” (ride ndr).

Sanremo è stata però solo una vetrina per un progetto molto più ambizioso, un doppio album- in inglese e in italiano- Ritorno al futuro/ Back To The Future. Musicalmente questo disco è una vera e propria sfida per l’artista, un mosaico perfetto di suoni che raccoglie i più grandi produttori presenti oggi in Italia e nomi rinomati all’estero (come Stevie Aiello – al lavoro con Thirty Seconds to Mars – e Patrick Warren – già con Bob Dylan, Bruce Springsteen, Avril Lavigne -). Un lavoro nato in momento difficilissimo in cui Elisa ha convogliato tutta la sua “stupida voglia di vivere” e si approccia al racconto di questo progetto con il sorriso e la naturalezza che la contraddistingue da sempre: “Sono due anni che sono reclusa e mi fa strano parlare con persone che hanno ascoltato il disco” ammette.
“ È tanto complesso quanto semplice, il bisogno di vivere. In me c’era sempre forte questo bisogno, adesso è più forte e ho voluto dare spazio anche al tema della sostenibilità. Sarà un po’ l’età, sicuramente, anche se anche a 20 anni ero in paranoia con la guerra del golfo e la questione dell’ambiente. Quella stupida voglia di vivere va cercata, sempre, soprattutto dopo tutti i danni che sono stati fatti. Chiederci cosa succede se facciamo questo o quest’altro. Anche il tour sarà incentratosu questo e dopo la pandemia questo tema mi è ancora più caro. “

Un progetto ambizioso grazie al quale Elisa ha deciso di affidarsi a nuovi collaboratori e produttori senza lasciare chi le è stato sempre accanto. Una necessitá autentica di esplorare, scoprire e riscoprirsi: “Mi sono sicuramente aperata a collaborare con produttori contemporanei per fare una musica che avesse dei colori contemporanei grazie achi li mastica tutto il tempo. Fatto da me risulta artefatto quindi ho chiesto a chi a parla quella lingua con naturalezza. Non è un disco introspettivo, in cui racconto una storia personale con mezzi persnali. Questa è una fotografia più ampia.”- racconta. Elisa ha sempre esplorato mondi nuovi, ma adesso voleva arrivare a fare qualcosa di più. L’affidarsi a nuovi produttori per dare un nuovo colore alla sua musica, però, non ha affatto scalfito a sua essenza più pura:

“C’è sempre attenzione a quello che scrivo e che faccio, posso anche scrivere di cose distanti da me, ma comunque mi proietto verso ciò che sono e che sento. Non sono analitica quando faccio le cose, me lo fanno notare gli altri. Il significato molteplice che può avere una canzone sugli altri cosa arriva, me ne rendo conto dopo. La nostra percezione è diversa. Me ne pento è un buon manifesto di ciò che penso. A una certa età non ti interessa dei giudizi, hai fatto pace con tante cose, ti accetti anche quando non sei fighissima, tendi ad essere più risolto. Resto comunque uan tormentata con momemti di buioi, le emozioni a volte le sento in modo anche violento, mi accetto, ma questo è anche il motore per scrivere e cantare in un certo modo. Cè il bene e il male, pro e contro. Questo disco non è un manifesto su di me, però, ma una serie di fotografie a nche di altre persone. A tempo perso ad esempio è accesa, forte, potente, ma con un’introduzione maestosa che ha aperto poi il disco.”

Ascoltando il disco si riesce a comprendere quanto Elisa sia eclettica e riesca a fare praticamente tutto: comporre, produrre, cantare, scrivere. Ma questo suo essere assolutamente unica nel nostro panorama musicale italiano non viene di certo dopo il suo moglie e madre. Gestire il lockdown a causa della pandemia non è stato sicuramente semplice, così come non sempre lo è lavorare con suo marito, Andrea Rigonat, parte fondamentale della vita anche artistica di Elisa: “Non è sempre facile lavorare insieme con Andrea, a volte è molto difficile da gestire. Non è mai finita, ti porti a casa tutto, parli sempre del lavoro, ci sono punti di vista diversi che vanno gestiti. Io sono forte, ma anche lui è molto forte, è un leader. Quindi a volte ci sono fuochi e fiamme. Ma è proprio questo che mi piace e che mi fa andare fuori di testa allo stesso tempo. Ha il coraggio di dirti come stanno le cose, ha l’innocenza di un bambino che ti fa incazzare ma allo stesso lo rispetti. E’ molto solido nei suoi ideali, non segua la moda e le tendenze, è imperturbabile. E’ un rocjettaro che poi macina Justin Bieber o i musicisti classici. Lo rispetto perchè è molto puro, onesto, originale. Io sono molto di pancia ed istintiva, sono un po’ distruttiva, cerco sempre quella cosa accesa, viva. Cerco quella visione, monto e smonto di continuo, mentre lui ha la direzione più chiara. Noi abbiamo due studi, questo è il segreto (ride ndr) una di fronte all’altro, a volte produciamo separatamente a volte insieme. Nonostante questo le discussioni non mancano ma non è logorante. Poi siamo molto per i bambini ovviamente, facciamo molto per loro e per la famiglia. È come vivere tante vite.”

Elisa ha avuto il coraggio di lasciarsi andare senza remore e con fiducia, permettendo alla musica stessa di travolgerla e di cantare esattamente ciò che desiderava in questa fase della sua vita: “Aprirmi ad altri è stato spaventoso e cruciale. Siamo partiti da questa domanda: “Mi tengo Seta o no?”. Avevamo chiuso un lavoro con Petrella ed è uscita Seta. L’idea era di darla ad un altro artista ma mi dispiaceva, perchè vocalemente mi piaceva. Ma se la includevo nel disco sugnificava aprire le danze su un mondo che non è mio, con un approccio non mio. Non ci stava in Diari aperti 2 o un disco classico di Elisa, risultava un pugno nell’occhio. Poi è arrivata la pandemia e ho avuto tempo per lavorarci e di prendere scelte radicali, si sono aperte tante strade. Ho messo in secondo piano dove potevo arrivare, era importante l’approccio. E sono uscite cose che reputo importanti. Devi rinunciare alla tua identità per come la conosci, hai paura di perdere ciò che sei. Io però ho la fortuna di guardare più al bello, e quel poco di più mi salva. Raccontare le emozione che abbiamo dentro oggi è talmente complesso che si fanno scelte più viscerali e primordiali, si ha voglia di sentire gli altri, per quanto ti sono mancati. Hai bisogno di una testimonianza dall’altra parte di cosa sei tu, cosa vali tu. Ci siamo attaccati visceralmente ai cellulari. Abbiamo bisogno di essere in contatto con noi stessi ma abbiamo bisogno degli altri allo stesso tempo. Trovare le parole e la musica insieme è un ‘esperienza più plausibile, elaborare un’esperienza che ha coinvolto il globo in solitudine non era possibile.”

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E in un momento in cui ormai da anni la musica diventa sempre più, purtroppo, un sottofondo e viene fruita in modo sempre più veloce non è una scelta usuale: “La questione del doppio disco è sempre perchè non sono analitica, non penso alle conseguenze, a cosa rappresenterà per gli altri. Il mio primo istinto artistico è fare ciò che mi sento di fare. Chi mi ha aiutata in tutto questo non l’ha considerato un problema. E’ un tempo in cui viviamo una realtà multipla, in cui siamo sempre più connessi, e le proposte artistiche sono tante. Quindi è normale esista chi butta fuori solo singoli e chi fa un disco doppio, chi strimma ma non riesce fare live, chi va bene in radio ma non esiste su spotify, ci sono tantissime realtà diverse. Negli ultimi anni anche sanremo comprende realtà di artisti forti in tutte queste diverse per divulgare la musica. C’era posto per tutti ed è un bell’esempio di diversità. “ 

Il disco, oltre a contenere delle vere e proprie perle come A tempo perso Come sei veramente, viaggia leggero tra pop, urban, elettronica e suoni più “classici” e tra i focus principali c’è sicuramente l’attenzione al problema ambientale, che sarà protagonista anche del prossimo tour: ” Il mio chiodo fisso sull’ambiente l’ho sempre avuto. Ho registrato dischi in posti dedicati all’ambiente, stampato su carta reciclata, eliminato le bottiglette di plastica già due tour fa. Ci sono tanti modi per essere sostenibili adottati anche d aproduzioni grandi come Coldplay e Ed Sheran e tutti stanno andando in quella direzione eprchè sta diventando un dovere.”

Il disco è non solo un lungo, splendido esperimento tra generi e anime diverse, ma ha al suo centro la’attenzione all’umanità e ai valori che, si spera, vengano recuperati, fin dal titolo:“Il titolo parte da me, ripensando all’individuo come persona non come consumatore. Avvertivo già due anni fa la crisi del capitalismo. Vedo in tanti giovani la rinascita dei valori non materiali. Da qui mi nasceva la visione dei concerti come fossero delle scuse per parlare di questo e incontrarsi. Ritorno al futuro è un titolo grosso, ci sta dentro un sacco di roba. Non è sbaglato vederci anche un viaggio musicale dentro. Permette di metterci tante cose dentro.”

Nell’album ci sono diversi featuring di cui Elisa è particolamente fiera: Rkomi, Elodie, Jovanotti, Giorgia. E ha un pensiero speciale per ognuno: .Rkomi, Quello che manca: “ Direi poesia. Lui mi evoca questo. In lui sento cose contratstanti, è molto fisico anche sul palco, come se si fosse trasformato, adesso si è aperto tantissimo.A me di lui piace molto la sua poetica, “Mi fa tossire il cuore” per me è poesia.”

.Giorgia, Elodie e Roshelle in Luglio: “Conforto dell’amicizia femminile, la complicità, l’intimità, la telepatia, è calore. Giorgia, Elodie, hanno portato calore umano. Come una cerimonia, la sento come un rituale dell’amicizia. .Jovanotti-, Palla al centro: “Ascoltavo Lorenzo da piccola, sogno devatstante per me. Per me era come Bob Marley o Bono. Aver fatto un duetto con lui mi sembra incredibile. C’è stata forte la mancanza degli altri. Palla al centro l’ho scritta come una scema alle tre di notte, in un estate stranissima, quella del 2020. C’era silenzio, meno gente. Però erano tornati i maggiolni, le lucciole, insetti che non sivedevano da tempo. Ti sentivi solo e disperato, non si poteva fare nulla. Pensare a quel momento al limite, folle, in cui mi sonodetta vai avanti, e pensare che Lorenzo a cui mi sono ispirata l’abbia apprezzata al punto di cantarle con me per me è toccare il cielo. Per me è estasi”

Ovviamente tutti sperano in un duetto live e lo spera anche la stessa Elisa:“Sono stata invitata da Gianni Morandi che ormai è manager di Lorenzo (ride ndr). Tra l’altro mi ero persa il jova beach party quindi a questo giro in qualche modo mi troverete lì. Il fatto che uno come lui stia facendo uan cosa del genere è importantissimo. Lui ha sempre avuto questo bisogno, è un esploratore. Per me è sempre ispirazione e punto di riferimento, lo è sempre stato. Anche nei live ha sempre fatto show iconici. “

In un lavoro così complesso e variegato, e con tanti collaboratori, non sempre il risultato sperato arriva in maniera immediata:“C’è sempre qualche brano che fai fatica a portare a termine. Per esempio Come te nessuno mai è stato straziante. Era novembre 2020, cercavamo di scrivere con Petreella su facetime. Un inferno. Avevo mal di testa fisso, è durato tutto 9 giorni e abbiamo fatto 7 o 9 versioni. La chat era lunghissimi con appunti di testo lunghissimi, allucinante. Eravamo in una sorta di nevrosi. Credo che quella sia una delle più belle che abbiamo scritto.”

La vera costante di tutto, però, è la voce di Elisa. A volte eterea, a volte più decisa, a volte quasi giocosa come in Litoranea. Diventa come una carezza confortante e familiare ed Elisa si diverte ad usarla in tanti modi diversi: “Ho un modo di cantare che sembra sempre quello. Ha tanti colori, mi piace usare il falsetto, la musica soul, a livello vocale è la mia infleunza portante, insieme alla black music. Mi influenza molto anche la corrente celtica, come dolores o’riordan o la morrisette. Il mio canto è super bianco, viene da lì anche l’usa del falsetto.Quello che scolto influenza ciò che scrivo, moltissimo. Adoro i The Weekend che sono la mia band preferita dal 2015, per esempio, e ascolto tanta musica contemporanea. “

Ritorno al futuro/ Back To The Future  fa tutto ciò che la musica può fare: emoziona, fa riflettere, fa divertire, commuove. La voce di Elisa è davvero una carezza a chi ascolta, un porto sicuro per chi la ama da sempre e potrebbe riservare tante sorprese per chi non la conosce ancora abbastanza, nonostante i 25 anni di carriera. Elisa si dimostra assolutamente unica e probabilmente irripetibile nel nostro panorama musicale, per talento e approccio alla musica stessa. Rimettersi senza timore e con la pura voglia di farlo senza pensare alle conseguenze possono peretterselo veramente in pochi. Probabilmente, come a spiegato le stessa, chi si aspetta un classico disco “alla Elisa” rimarrà deluso, ma il successo più grande Elisa lo ha già ottenuto: vincere la paura di non cambiare mai per compiacere gli altri.

 

Tacklist Ritorno al futuro

  1. A Tempo perso – Prodotta da Sixpm
  2. Seta – Prodotta da Drd
  3. Come Sei Veramente – Prodotta Andrea Rigonat, Add. Prod. Michelangelo
  4. O Forse Sei Tu – Prodotta da Andrea Rigonat
  5. Litoranea – Prodotta da Elisa & Mace
  6. Quello Che Manca Feat. Rkomi – Prodotta da Sixpm
  7. Luglio feat. Elodie, Giorgia, Roshelle – Prodotta da Elisa & Mace
  8. Come Te Nessuno Mai – Prodotta da Andrea Rigonat
  9. Non Me Ne Pento – Prodotta da Don Joe
  10. Palla Al Centro feat. Jovanotti – Prodotta da Drd
  11. Chi Lo Sa – Prodotta da Andrea Rigonat
  12. Quando Arriva La Notte – Prodotta da Mace & Venerus

 

Tracklist Back to the Future

  1. Show’s Rollin’ – Prodotta da Elisa, Marz & Zef
  2. Let Me – Prodotta da Elisa
  3. Drink To Me – Prodotta da Elisa, Marz & Zef
  4. I Feel It In The Earth – Prodotta da Elisa
  5. Ordinary Day – Prodotta da Andrea Rigonat
  6. Tears My Roll Down Now – Prodotta da Elisa & Andrea Rigonat
  7. Fuckin’ Believers – Prodotta da Elisa
  8. Hope – Prodotta da Elisa & Stevie Aiello
  9. Domino – Prodotta da Elisa & Sixpm
  10. Like I Want You – Prodotta da Shablo & Elisa
  11. My Mission – Prodotta da Elisa
  12. Fire – Prodotta da Elisa, Marz & Zef
  13. Let It Go To Waste On Me – Prodotta da Elisa

 

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