È I segni del cuore – Coda a vincere l’Oscar per il miglior film alla 94esima edizione degli Academy Awards, svoltasi come sempre al Dolby Theatre di Los Angeles.
Una vittoria storica, visto che il film è interpretato nel linguaggio dei segni. Gli attori Marlee Matlin, Troy Kotsur (che ha vinto l’Oscar come miglior attore non protagonista) e Daniel Durant sono tutti e tre non udenti, mentre la protagonista Ruby è interpretata da Emilia Jones.
Coda si è aggiudicato anche la statuetta per la miglior sceneggiatura non originale, visto che si tratta del remake del film francese La famiglia Bélier, uscito nel 2014.
Italia a bocca asciutta
Non solo Sorrentino, che non riesce ad aggiudicarsi l’Oscar per il miglior filma straniero con È stata la mano di dio (statuetta che è andata invece al favorito della vigilia, il film giapponese Drive my car), ma rimangono a bocca asciutta anche Massimo Cantini Parrini, candidato per i costumi di Cyrano ed Enrico Casarosa, che correva per il miglior film d’animazione con Luca.
Will Smith miglior attore… con rissa
Era favorito ed ha vinto. Will Smith si è aggiudicato la statuetta per il miglior attore protagonista grazie all’interpretazione del padre delle sorelle Williams in King Richard – Una famiglia vincente.
L’attore, durante il suo discorso, si è scusato per l’episodio accaduto poco prima dicendo “l’amore fa fare follie”. Poco prima, infatti, il presentatore Chris Rock aveva fatto una battuta decisamente infelice sul taglio di capelli della moglie di Smith, Jada Pinkett (affetta da alopecia), e l’attore si è alzato dal suo posto salendo sul palco e colpendo Chris Rock con un pugno al mento, in una scena che sembrava tutt’altro che pre-organizzata.
Ariana DeBose, prima donna di colore e omosessuale a vincere un Oscar
L’attrice afroamericana, da tempo impegnata per i diritti Lgbqt, è la prima donna di colore apertamente omosessuale a vincere un Oscar. Dopo 61 anni dal primo West Side Story , la DeBose vince lo stesso premio (miglior attrice non protagonista), per lo stesso film e lo stesso ruolo, che fu di Rita Moreno.
Le altre statuette “top”
Il premio come miglior attrice protagonista se l’è aggiudicato Jessica Chastain per Gli occhi di Tammy Faye, mentre Jane Campion ha vinto la statuetta come miglior regista per Il potere del cane, terza donna in assoluto a vincere l’Oscar per la regia.
Kenneth Brannagh ha invece vinto il riconoscimento per la miglior sceneggiatura originale, con Belfast.
La miglior canzone originale è stata quella di Billie Eilish e del fratello Finneas O’Connell per No Time to Die, colonna sonora dell’ultimo James Bond, mentre per la colonna sonora originale è stato Hans Zimmer a trionfare per le musiche di Dune.
Nella categoria miglior film documentario il premio è andato a Summer of Soul (…Or, When the Revolution Could Not Be Televised), diretto da Ahmir “Questlove” Thompson che racconta l’annata 1969 dell’Harlem Cultural Festival.
Tutti i premi
Miglior film
Coda
Miglior regia
Jane Campion (Il potere del cane)
Miglior sceneggiatura originale
Belfast, Kenneth Branagh
Miglior sceneggiatura non originale
Coda, Siân Heder
Miglior attore protagonista
Will Smith (King Richard)
Miglior attore non protagonista
Troy Kotsur (Coda)
Miglior attrice protagonista
Jessica Chastain (Gli occhi di Tammy Faye)
Miglior attrice non protagonista
Ariana DeBose (West Side Story)
Miglior film internazionale
Drive my car di Ryûsuke Hamaguchi
Migliori effetti speciali
Dune
Migliore scenografia
Dune
Miglior canzone
No Time to Die (No Time to Die), Billie Eilish, Finneas O’Connell
Miglior colonna sonora
Dune, Hans Zimmer
Miglior trucco e parrucco
Gli occhi di Tammy Faye
Migliori costumi
Crudelia, Jenny Beavan
Miglior film d’animazione
Encanto Jared Bush, Byron Howard, Yvett Merino e Clark Spencer
Miglior fotografia
Dune, Greig Fraser
Miglior cortometraggio di animazione
The Windshield Wiper, Alberto Mielgo e Leo Sanchez
Miglior suono
Dune, Mac Ruth, Mark Mangini, Theo Green, Doug Hemphill e Ron Bartlett
Miglior documentario
Summer of Soul (…Or, When the Revolution Could Not Be Televised), Ahmir Questlove Thompson, Joseph Patel, Robert Fyvolent e David Dinerstein
Miglior cortometraggio documentario
The Queen of Basketball, Ben Proudfoot
Miglior montaggio
Dune, Joe Walker
Miglior cortometraggio
The Long Goodbye, Aneil Karia e Riz Ahmed