Tra due mondi

Carrère racconta una discesa all'inferno dei nuovi lavori precari

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Tra due mondi
di Emmanuel Carrère
con Juliette Binoche, Hélène Lambert, Léa Carne, Emily Madeleine, Patricia Prieur

La Marianne di Juliette Binoche è una signora sui cinquanta, lasciata dal marito, trasferita a Caen, quindi senza casa, senza auto, senza lavoro, in cerca di occupazione precaria in un mondo spietato a due passi dalla schiavitù. Sta passando da una classe all’altra, da un mondo all’altro, da signora borghese a colf, anzi, a precaria in un’impresa di pulizie. Ha tutto da imparare, per imparare dalle altre si getta in atti di generosità e curiosità quasi autolesionista, fino a lavorare sul traghetto tra Francia e Inghilterra: turni da massacro per ripulire ciò che lasciano nei letti e nei bagni passeggeri maiali. Sembra un esempio sociologico da manuale. La rivelazione è che Marianne si sta calando nell’inferno per descriverlo in un libro. Quando avrà il suo materiale da paria delle pulizie tornerà a fare la scrittrice. Lo scrittore Emmanuel Carrère, quello di Yoga per intenderci, al suo terzo lavoro da regista (il secondo era L’amore sospetto tratto dal suo romanzo Baffi)   è rigoroso anche se non eccitante. La storia è vera, viene da un libro della giornalista Florence Aubenas, Quai de Ouistreham: Ouistreham il titolo originale, il porto di Caen da cui partono i traghetti per l’Inghilterra e il luogo in cui fu ambientato Il porto delle nebbie di Simenon.

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