Caparezza presenta l’Exuvia tour: «Dopo quattro anni fermo, non vedo l’ora di salire sul palco»

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caparezza
Foto: Andrea Giovannetti

Manca poco più di un mese alla partenza dell’Exuvia estate 2022 di Caparezza, con il via previsto per il prossimo 25 giugno dall’Arena della Marca di Villorba, nei pressi di Treviso.
Oltre 20 appuntamenti che proseguiranno per tutta l’estate fino alla chiusura, il 13 agosto, a Majano (UD).

I fan che avevano già acquistato i biglietti per i concerti previsti nei palazzetti devono necessariamente cliccare su questo link: https://www.clappit.com/caparezza-tour-2022/ per potersi riprenotare sulle nuove date estive.
I biglietti sono disponibili in prevendita nei circuiti abituali.

L’Exuvia estate 2022 sarà l’unica possibilità per poter ascoltare la gran parte dei brani contenuti in Exuvia, l’ultimo disco di inediti del rapper pugliese, pubblicato oltre un anno fa (qui la nostra recensione), in quanto non ci sarà un “round invernale” di concerti, come confermatoci dal Capa durante l’intervista che ci ha concesso.

La nostra intervista

Abbiamo raggiunto Caparezza durante una pausa delle prove per il tour per farci raccontare come procedono i lavori di allestimento del concerto e le sue sensazioni riguardo il tornare finalmente sul palco dopo questi anni di stop forzato.

Da diverse settimane stai spoilerando le prove del tour sui social…
Sì, è la prima volta che lo faccio, in realtà, ma ho pensato questa cosa: la Torre Eiffel è spoilerata da un bel po’, eppure tutti vanno a vederla lo stesso.
Poi nei miei spettacoli di solito non c’è un assassino, quindi posso spoilerare senza problemi. Lo spettacolo comunque è talmente ricco di roba che sarebbe impossibile spoilerarlo tutto: l’unico modo per riuscirci è farlo per due ore consecutive.

In realtà non è così vero che non c’è un assassino. Tu sei il miglior assassino di te stesso: dopo la fine di Mikimix è arrivato Caparezza, poi hai cantato una prima volta la tua morte in Annunciatemi al pubblico, la prima traccia di Habemus Capa, e infine questa nuova morte e rinascita con l’Exuvia.
La verità è che io uccido la mia noia: mi va sempre tutto a noia, quindi ogni volta devo ricominciare di nuovo, e quest’idea mi stimola continuamente.
È incredibile che da vent’anni io sia Caparezza (ride, ndr). Vuol dire che sto traghettando tutte le mie cose mantenendo ancora la passione intatta, senza farla cadere nella routine e senza ripetermi. Se mi fossi ripetuto sarei morto da un pezzo.

Exuvia infatti è un disco ancora una volta diverso da quelli precedenti, e sebbene secondo me sia un disco abbastanza “difficile”, il tuo stile e la tua ricerca sulle parole compiono un ulteriore passo verso l’alto, alzando l’asticella un po’ più su.
Io ho una mia caratteristica di scrittura che si basa sulle cose che mi piacciono: in primis tutti i giochi di parole, in una sorta di scioglilingua, poi i rimandi letterari, le metafore, il testo e il sottotesto, il detto e il non detto.
In più ci sono alcune trovate strane che mi vengono quasi casualmente e che poi decido che devono essere per forza all’interno di una canzone, ad esempio quando ho scoperto che le vocali aeiou al contrario diventano uoiea. Non mi ricordo nemmeno come mi è venuto in mente, però nel momento in cui me ne sono accorto ho deciso che doveva per forza rientrare in una canzone.

Finalmente presenterai Exuvia dal vivo, dopo oltre un anno dall’uscita.
Credo che per chi mi segue questo anno non sia stato percepito come un anno passato: infatti quando sui social ho celebrato il compleanno di Exuvia, la maggior parte dei commenti recitava “ma è già passato un anno?”. Questo perchè non avendo fatto instore nè concerti a causa delle norme anti-Covid, è come se chi mi segue non si fosse accorto del tempo che è passato.
Chi ha comprato il disco, lo ha ascoltato e lo ha amato, sicuramente non vedrà l’ora di vederlo dal vivo, proprio perchè è passato un anno e non c’è ancora mai stata nessuna esibizione live. Voglio sperare anche che in questo anno le canzoni di Exuvia siano state metabolizzate, contrariamente a quanto magari può accadere quando faccio tour due o tre mesi dopo il disco, e magari l’album non è stato ancora metabolizzato e memorizzato dal pubblico.
Da questo punto di vista paradossalmente potrebbe essere l’esatto opposto ed avere un approccio anche più interessante.

Lo stop ovviamente è stato forzato anche per te, e non era mai successo che passassero così tanti anni tra un tour e l’altro. Come hai vissuto quest’attesa, e quali sensazioni provi a un mese dalla ripartenza?
Mi sento come quando passano quattro anni e a un certo punto ti liberano.
Sarà strano, ma so già come andrà a finire, perchè ho già fatto talmente tanti concerti che mi permetto il lusso di poterlo prevedere: succederà che non appena poserò il primo piede sul palco, come in una sorta di allunaggio, improvvisamente tutto avrà un senso.
Fino a qualche minuto prima sarà tutto un guazzabuglio di emozioni e di sensazioni stranissime, ma nel momento in cui c’è lo start dello spettacolo tutto per me ha un senso, e non vedo l’ora di arrivare a quel momento.

Il concerto seguirà le orme dell’ultimo tour, quello di Prisoner 709, dove la prima parte era dedicata al nuovo album e la seconda ai brani di repertorio, oppure ci sarà alternanza di brani vecchi e nuovi in scaletta?
Questo tour non può essere come quello precedente perchè non amo ripetermi, quindi sarà tutto mischiato, però ovviamente con una grandissima parte di brani di Exuvia, che secondo me è un disco che merita di essere ancora divulgato.
Inoltre chi mi segue lo sa che tendo a non avere il polso della situazione e non ho la consapevolezza di un limite dove arrivare, quindi tendo ad esagerare con le scenografie e i costumi. Questa volta non mi sono proprio tenuto, quindi non so nemmeno io cosa potrà accadere.

Ho visto infatti delle foto di preparazione delle scenografie, e anche questa volta ti sei affidato al lavoro del Maestro Cartapestaio Deni Bianco.
Il mio “partner in crime”. Quando ho scoperto che potevo chiedergli qualsiasi cosa, e poi l’ho vista realizzata, ho deciso di abusare del suo lavoro e della sua pazienza.
Deni è bravissimo: io gli racconto quello che voglio e lui riesce sempre a metterlo in pratica. Gli ho visto fare cose assurde, dalle cose di cartapesca a quelle di ferro.
Chiunque abbia partecipato a uno dei carnevali grossi italiani, e qui in Puglia abbiamo quello di Putignano che è molto grande e importante, a guardare i carri sfilare non ci si crede che siano così alti e così ricchi di cose da stancare gli occhi.
Tra l’altro sono pezzi di artigianato puro, perchè loro costruiscono queste mega-strutture all’interno di alcuni hangar molto capienti, nei quali creano quelli che di fatto sono palazzi su ruote.
Ovviamente non potevo non rimanere colpito e affascinato da questo artigianato, quindi ho deciso di portarlo sul palco, non essendo tra l’altro un fan del muro di led: mi piace la roba analogica, sono un po’ troppo del ’73.
È diventato anche il mio modo personale per suonare, e sono veramente soddisfatto di essermi ritagliato un mio modo di fare lo spettacolo.

Com’è gestire un concerto e i suoi volumi con l’acufene?
È molto difficile, perchè non posso assolutamente permettermi di avere troppo volume nelle orecchie, quindi va da sé che devo tutelare l’udito e abbassare i volumi, cosa non facile perchè tra il palco e il pubblico arriva comunque un muro di suono. Nello stesso tempo, però, abbassare il volume significa anche sentire di più il fischio, quindi sono condannato a suonare in posti dove c’è almeno uno che fischia, ed è l’acufene.
Al di là della mia autostima lesa da questo hater che mi porto dietro, cerco di non pensarci. Sono temprato verso i fischi: quando ho iniziato la mia carriera come Caparezza ne ho avuti tanti di hater che fischiavano, quindi sono abbastanza allenato per sopportarne uno in più.

Parlando di pubblico, una domanda un po’ marzullesca… Cos’è per te il pubblico?
Innanzitutto non credo che esista “il mio pubblico”, nel senso che chi mi segue sicuramente ascolta anche altro.
Il pubblico è colui che partecipa o assiste a qualcosa: io sono pubblico quando vado a vedere un film o un concerto perchè partecipo a questo scambio per cui c’è qualcuno che dà qualcosa e qualcuno che riceve, in termini creativi.
Quindi il pubblico è colui che è disposto all’ascolto, che è disposto non a parlare ma ad ascoltare. In quel momento sei pubblicamente interessato a qualcosa.

Ci sarà una ripresa invernale del tour?
No, non ci sarà. Quindi questa sarà l’unica occasione non solo per poter vedere Exuvia sul palco, ma anche per potermi vedere con ancora qualche capello nero, perchè poi dopo chissà cos’altro accadrà.
Quindi se volete vedere Caparezza con ancora i capelli neri e con ancora un po’ di dinamismo, questa è l’unica occasione che avete.

Questo il calendario dell’Exuvia tour

25 giugno – Villorba (TV), Arena della Marca
27 giugno – Bologna, Sequoie Music Park
28 giugno – Bologna, Sequoie Music Park
1 luglio – Lucca, Piazza Napoleone
2 luglio – Padova, Sherwood Festival
4 luglio – Collegno (TO), Parco Certosa Reale
9 luglio – Mantova – Piazza Sordello
11 luglio – Milano, Milano Summer Festival
15 luglio – Napoli, Suo.Na Festival
16 luglio – Matera, Arena Cava del Sole
20 luglio – Genova, Arena del mare
22 luglio – Ferrara, Piazza Trento e Trieste
23 luglio – Roma, Rock in Roma
29 luglio – Catania, Villa Bellini
3 agosto – Lecce, Oversound Music Festival
6 agosto – Pescara, Zoo Music Fest @ Porto turistico
7 agosto – Fasano (BR), Locus Festival
10 agosto – Monte Urano (FM), Parco fluviale Alex Langer
12 agosto – Brescia, Festa di Radio Onda d’urto
13 agosto – Majano (UD), Festival di Majano

Nato a Roma nel 1984, ma vivo a Venezia per lavoro. Musicista e cantante per passione e per diletto, completamente autodidatta, mi rilasso suonando la chitarra e la batteria. Nel tempo libero ascolto tanta musica e cerco di vedere quanti più concerti possibili, perchè sono convinto che la musica dal vivo abbia tutto un altro sapore. Mi piace viaggiare, e per dirla con le parole di Nietzsche (che dice? boh!): "Senza musica la vita sarebbe un errore".

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