Enrico Vanzina presenta “Diario diurno” al Festival della Parola

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Enrico Vanzina

Enrico Vanzina fin da giovanissimo ama scrivere (“ho cominciato scrivendo lettere alle ragazze”). E così, 120 film (come sceneggiatore, produttore e regista) non erano sufficienti a raccontare proprio tutto. Ed ecco allora il ruolo speciale dei libri.

Il suo “Diario diurno” (HarperCollins) è la sua dodicesima fatica letteraria, ed è un libro molto particolare, come sempre lo sono i diari, dalle Confessioni di Sant’Agostino al Diario Notturno di Ennio Flaiano, agli appunti intimi di Indro Montanelli. Sono pagine in cui Vanzina racconta e raccoglie 11 anni di vita, dal 2011 fino ai giorni nostri. Un lunghissimo film che attraverso la sua penna Vanzina declina in fermi immagine, fotografie di giorni-notti-istanti-volti-frasi-persone-film-viaggi-emozioni-incontri, coi colori dell’ironia e della malinconia, della gioia e della riflessione.

Vanzina mette alla prova la sua capacità di sintesi mettendo in ordine fogli sparsi, files sul pc, taccuini, appunti, quaderni. E dà corpo a pagine in cui respirano di nuovo le frasi di Flaiano, le “prime” dei film, le strade di Roma, e poi Taormina e Cortina, l’Elba e Courmayeur, Napoli e Lucca. E’ anche un diario degli addii, da Trovajoli a Villaggio, da Giorgio Faletti a Mariangela Melato. Per ciascuno di loro un pensiero speciale, ritagliato con partecipazione ed acume. Ed è anche il luogo per riproporre la bellissima ma amara lettera che indirizzò al padre, Steno, “scomparso ma residente in paradiso”, nel 2000: “oggi chi sogna è fuori gioco, perchè non conta più sognare, conta vincere. Mi dispiace, papà, di darti queste brutte notizie. Era solo per farti sapere che qui ci mancano quelli come te. E tu. Ogni sera che vado a dormire manchi soprattutto a me”.

Non mancano poi gli spunti per alcune riflessioni sulle giovani generazioni, e sul suo amato quartiere, i Parioli (“più che un quartiere, un concetto”). E qualche interrogativo sullo stato di salute della commedia in Italia: “forse non si fanno più commedie italiane perché in Italia non c’è più l’Italia”. E poi nei diari non manca il suo amato pianoforte, grande passione ritrovata e riassaporata. Il suo circolo sportivo, il “Canottieri Aniene”. E la sua altrettanto amata biblioteca. Con quei tantissimi libri “compagni di viaggio”. E il suo affetto per il fratello Carlo, con cui ha costituito per decenni una coppia inossidabile, sfornando a ripetizione pellicole di successo. E al quale ha dedicato un libro toccante e coinvolgente che racconta con potenza il loro rapporto speciale.

Non mancano nel libro passaggi dedicati al valore dell’amicizia, quella speciale con Carlo Verdone ad esempio. E alcune pagine dedicate proprio all’essenza del valore della scrittura: “La parola raccontare sta alla base del mio piccolo destino di scrittore. Raccontare una storia tua, che esce dalla tua fantasia, che nessuno aveva mai immaginato prima. E’ bellissimo “.

Diario diurno di Enrico Vanzina: 300 pagine di fotogrammi di emozioni. Oggi, sabato 4 giugno, alle ore 21,30, Vanzina presenta il suo libro al Festival della Parola di Chiavari.

Enrico Vanzina

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