Locarno omaggia Douglas Sirk, il grande regista del melodramma hollywoodiano

Si conclude sabato 13 agosto 2022 la 75° edizione della manifestazione cinematografica più longeva e di prestigio a livello europeo e mondiale

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Tempo di vivere

La retrospettiva è organizzata in occasione dei 35 anni dalla sua scomparsa

Nato nel 1900 ad Amburgo, Germania, Claus Detlef Sierck inizialmente intraprende la professione d giornalista, per poi dedicarsi al teatro come commediografo e regista. Nel 1934 diventa sceneggiatore di cinema lavorando all’UFA, ma nel 1939 decide di trasferirsi negli Usa ad Hollywood cambiando il suo nome in Douglas Sirk. Messo sotto contratto dalla Warner dirige diversi lungometraggi: Hitler è pazzo, 1942, Scandalo a Parigi, 1944, Lo sparviero, 1947, Il sottomarino fantasma, 1950. Negli anni Cinquanta passa all’Universal imponendosi come il maestro del melodramma grazie al suo stile elegante e raffinato. La magnifica ossessione, 1953, Secondo amore, 1955, Come le foglie al vento, 1956, Il trapezio della vita, 1957 e Lo specchio della vita, 1958 (il protagonista è quasi sempre Rock Hudson), sono film caratterizzati dall’utilizzo di un colore dalle tinte forti. Nel 1957 gira Tempo di vivere, tratto da un romanzo di Erich Maria Remarque, una delle sue opere migliori. Alla fine degli anni Cinquanta Sirk ritorna in Europa dove si dedica alla regia teatrale. Muore nel 1987 a Lugano in Svizzera.  Considerato per anni un regista di film di serie B, Sirk viene rivalutato nel tempo anche per merito del regista tedesco Rainer Werner Fassbinder, suo grande ammiratore. In occasione della importante retrospettiva integrale delle sue pellicole, verrà presentato il libro intervista realizzato con Jon Halliday, Lo specchio della vita, Il Saggiatore. Il festival di Locarno, che si è aperto con la proiezione del film Bullett Train  di David Leitch con Brad Pitt in uscita nelle sale italiane il 25 agosto, propone tra i film in concorso in Piazza Grande, uno spazio che accoglie fino a 8.000 spettatori,  Paradise Highway di Anna Gutto, La ragazza della palude di Olivia Newman, Piano piano di Nicola Prosatore, Il Pataffio di Michele Lagi, Une femme de notre temps di Jean–Paul Civeyrac con Sophie Marceau, Annie Colère di Blandine Lenoir.

Pierfranco Bianchetti , giornalista pubblicista e socio del Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani è laureato in Sociologia a Trento. Ex funzionario comunale, responsabile dell’Ufficio Cinema del Comune di Milano, ha diretto n l’attività del Cinema De Amicis fino alla chiusura nel 2001. Ha collaborato a Panoramica – I Film di Venezia a Milano, Locarno a Milano, Il Festival del Cinema Africano; Sguardi altrove; ha scritto sulle pagine lombarde de l’Unità e de Il Giorno, Spettacoli a Milano, Artecultura, Top Video; Film Tv; Diario e diversi altri periodici. Attualmente collabora a Diari di Cineclub, Grey Panthers, il Migliorista, Riquadro.com, pagina facebook Sncci Lombardia. Ha pubblicato nel 2021 per Aiep Editore “L’altra metà del pianeta cinema-100 donne sul grande schermo” e nel 2022 per Haze Auditorium Edizioni “Cinemiracolo a Milano. Cineclub, cinema d’essai e circoli del cinema dalla Liberazione a oggi”.

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