INVERNO: «Voglio parlare con la mia generazione»

0

Uscirà venerdì 18 novembre occhioxocchio (qui il presave del pezzo) il nuovo singolo di INVERNO (nome d’arte di Francesca Rigoni) prodotto da Vincenzo De Fraia. Una vita a metà tra l’Italia e Londra, un sound elettropop che l’ha portata sul palco di XFactor fino alle Last Call del celebre talent di Sky.

Il brano racchiude in sé la rabbia di una relazione interrotta e l’esorcizzazione di quel dolore attraverso la danza, con un sound diverso da quello a cui siamo abituati. Questo singolo, insieme a ansiaaaaa, pezzo presentato durante il talent, fanno parte del nuovo progetto discografico dell’artista, che abbiamo sentito per farci raccontare di più.

Il tuo progetto musicale si chiama INVERNO, partiamo da qui: perché hai scelto questo nome?
Nella mia musica io parlo un sacco di salute mentale, legata alle relazioni, perché soffro di ansia e depressione come tante persone nella mia generazione. E dopo anni di terapia, ho imparato che bisogna semplicemente accettarsi e amare sé stessi. Quello che il mio nome vuole simboleggiare è proprio la ciclicità delle stagioni: l’inverno è la fase in cui sei fermo, non capisci e inizi quel percorso di accettazione, che ti porta all’estate, momento in cui superi il tuo trauma e stai finalmente meglio. La fase di stallo è super rappresentata nella mia musica, perché è la fase in cui capisci un po’ chi sei.

occhioxocchio è il secondo singolo di questo nuovo progetto. Come lo descriveresti in poche parole?
È un singolo che è stato scritto dopo l’esperienza di X Factor, quindi ha un’impronta molto più italiana. Vivendo e facendo musica a Londra faccio un po’ di fatica a relazionarmi col mercato italiano. Diciamo che è  stato un esperimento. È un pezzo che ti permette di sfogarti, ci puoi ballare ma puoi anche urlare. Una ballata pop disperata, diciamo così.

Il tema che hai scelto è molto comune, ma allo stesso tempo sei riuscita a trattarlo in modo molto personale. Quanto c’è di te in quanto hai scritto?
Sulla scrittura è tutto mio, sulla parte musicale mi sono ispirata sia ad artisti italiani che internazionali. Questa canzone è 100% come mi sento. Letteralmente, è stata scritta in una giornata, era una cosa che avevo dentro e che volevo dire a tutti i costi. Ho messo in questa canzone tutto quello che per ovvie ragioni non puoi dire e fare al termine di una relazione

Il tuo progetto vuole essere una sorta di manifesto generazionale o semplicemente parli per te e di ciò che conosci meglio, ovvero la tua generazione?
Io parlo di quello che conosco, però voglio che la gente si relazioni a quello che io dico perché penso che sia molto comune attraversare queste fasi, specialmente per quelli della mia generazione. Voglio parlare la stessa lingua con la mia generazione, perché siamo tutti sulla stessa barca: siamo tutti qua che cerchiamo di campare, di pagare l’affitto, trovare il lavoro che vogliamo e realizzare i nostri sogni. Siamo quella generazione un po’ in mezzo tra quella dei nostri genitori e quella subito successiva che sono estremamente diversi da noi. Parlo per la mia esperienza personale, che mi rendo conto essere l’esperienza di molte altre persone.

Musicalmente, questo progetto appartiene ad un genere poco apprezzato in Italia. La tua è una scelta ponderata o è venuto fuori naturalmente?
Nel mondo l’elettropop è famoso da decenni e ha una comunità fortissima sia in Europa che in America, ed è giusto che cominci ad arrivare anche in Italia. Secondo me, se sei un’artista il genere non lo scegli, cioè fai musica e basta e poi dove viene collocata, si colloca. Io faccio questo perché questo è ciò che mi rappresenta a pieno, non potrei mai fare quello che fanno altri, perché non lo sento in linea con me. Io faccio elettropop perché è questo quello che mi piace quando faccio musica. Il mio produttore ha provato ad aggiungere suoni “italiani”, ma abbiamo visto che non funzionavano col mio modo di dire le cose. Per me è stata una scelta naturale perché è quello che sono. Attualmente è una bella lotta con l’industria italiana, perché manca quel qualcuno che lo faccia esplodere com’è successo con l’indie anni fa.

Sei originaria della provincia di Vicenza ma vivi a Londra da qualche tempo: è una scelta artistica anche questa oppure semplice necessità?
A 16 anni mi sono resa conto che l’Italia mi stava stretta e ho detto a mia mamma che volevo andare a studiare musica a Londra, ma non perché non mi piacesse la musica italiana. Semplicemente perché non l’ho mai sentita “mia”. A casa mia, mio papà mi faceva ascoltare solo musica in inglese, pochissima roba italiana, e sono dovuta venire a Londra per sentire mia la musica italiana. Quindi a 19 anni, dopo il diploma ho fatto le valigie e mi sono trasferita lì e ho cominciato a fare musica, nel 2020 ho rilasciato un EP in inglese, e durante il lockdown sono tornata in Italia per tre mesi e mi sono riconnessa con le mie radici, che era una cosa che non facevo da anni. Così ho riscoperto l’industria musicale italiana, che per anni avevo ignorato.

E credi che questo non conoscere la musica italiana sia stato utile per la tua crescita musicale o più una perdita?
Credo che la verità stia un po’ nel mezzo: non tornerei indietro, nel senso che la musica che faccio ora mi rappresenta e non so se sarei arrivata allo stesso risultato rimanendo in Italia, però chiaramente faccio fatica a trovare la mia dimensione nella scrittura in italiano, quindi qualcosa mi manca, non avendo letto e scritto in italiano per anni. Adesso pian piano sto riprendendo a leggere poesie per recuperare l’uso della lingua, ma non rimpiango niente

Aver partecipato ad X Factor ti ha permesso di raggiungere un pubblico molto ampio. Che tipo di risposta hai avuto?
Le persone che hanno cominciato a seguirmi mi hanno fatto un sacco di complimenti e tutti mi hanno detto la stessa cosa, ovvero che vogliono che io vada avanti con la mia carriera perché sono un prodotto diverso. Per me è stato molto bello, anche se non sono arrivata ai live, perché è stata la prima volta in assoluto che mi esibivo in Italia. Ho ricevuto un sacco di feedback positivi, di gente che mi ha detto di ritrovarsi nella mia musica. E tutto questo mi fa capire che sto facendo la cosa giusta. Il bilancio dell’esperienza è ovviamente positivo, mi sono divertita un sacco, ho conosciuto persone meravigliose, ci vogliamo un sacco di bene, infatti, non vedo l’ora che finisca per rivedere tutti. Anche le persone dietro le quinte, tutti fantastici. Sono contentissima di essere arrivata dove sono arrivata perché per me è un traguardo enorme.

Che piani hai per il futuro?
Adesso torno a Milano per un po’ da gennaio, usciranno altri due singoli, e poi un EP. Ho una bella tabella di marcia, sto finendo anche l’album, ma uscirà più avanti. I piani per adesso sono questi qui.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci qui il tuo nome