Donno racconta “Alieni”: «Dobbiamo mettere in dubbio le nostre certezze»

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Donno presenta Alieni, un nuovo singolo inedito a distanza di 3 mesi dall’uscita di Chiara, brano con cui è tornato a farsi apprezzare dopo la pubblicazione del disco di debutto Dei e malanni lo scorso anno.

Scritto da Donno e prodotto da Donno e Oscar Mapelli per Hoop Music, Alieni è fortemente ispirato alle sonorità della new wave anni ‘80: un sound incalzante, inquietante e metallico che accompagna un racconto critico e diretto di quanto a volte sbagliate possano essere le nostre stesse consapevolezze.

Abbiamo raggiunto Donno per farci raccontare Alieni, il suo ultimo singolo, oltre alle sue influenze musicali e i progetti per il futuro. Eccovi la nostra intervista.

Il tuo nuovo singolo, Alieni, è una sorta di “invito all’assunzione di responsabilità” rispetto all’usanza autoassolutoria di dare sempre la colpa a qualcuno o qualcos’altro.

Diciamo che il brano invita ad una riflessione sui nostri punti fermi, le nostre certezze che non mettiamo mai in dubbio. Penso che i cambiamenti veri avvengano quando guardiamo da punti di vista diversi ciò che crediamo di sapere. Dubitare su ciò che non si sa è molto facile e poco istruttivo, a mio parere.
Per essere veri il più possibile serve il coraggio di chiedersi se ciò che siamo e che facciamo sia veramente in linea con il proprio sentire, senza soffocare quella voce dentro che spesso dà risposte che abbiamo paura di ascoltare

Io ci ho visto anche un’esortazione a mostrarci “veri”, con i nostri dubbi e le nostre fragilità, affrontandole per crescere in esperienza e consapevolezza e quindi in conoscenza, anche di noi stessi. Questo in antitesi col mondo attuale, che ci vuole sempre perfetti e in mostra sui social, ma sostanzialmente finti.

Il tuo punto di vista sul brano mi piace! È proprio più forte di noi dare la colpa a qualcuno o qualcosa, e ancora più forte è la necessità di scaricarsi dalle responsabilità di ciò che ci accade intorno.
Ci siamo completamente disabituati all’idea che tutto o quasi dipende dalle nostre scelte.

Da qualche anno nuovi e vecchi artisti stanno riportando in voga un genere che si pensava defunto, come la new wave. Penso ai Nation of Language negli Stati Uniti e al tuo album Dei e malanni qui da noi. Da cosa pensi sia dovuta questa “riscoperta”?

Ormai inventare generi completamente nuovi è sempre più difficile, e il passato è ricco di tesori che potrebbero essere addirittura più preziosi nel futuro.
In questi ultimi anni si sono sperimentati gli anni ’80 in varie salse ma in chiave moderna, di conseguenza anche la new wave, che è nata proprio negli anni ’80, è stata un po’ restaurata con i canoni dei giorni d’oggi.
Il potenziale è alto perché quel periodo straripava di bellezza.
Vedremo poi come si muoveranno i diktat delle etichette e del mercato musicale.

Hai iniziato oltre 10 anni fa facendo musica posthardcore e metal e sei arrivato fino all’elettronica della new wave. Ti va di raccontarci la tua evoluzione e le tue influenze musicali?

Per me i generi contano molto e non contano niente alla stessa misura, la musica è meravigliosa in ogni sfaccettatura. Ci sono periodi di vita dove piace più il verde, altri il viola e così via… Per la musica è lo stesso!
Amo sperimentare e mixare come dei cocktail i vari ingredienti della musica e penso che per farlo bene bisogna assaggiare più gusti possibili!
La fase posthardcore e metal è cominciata nei miei anni adolescenziali, un’età in cui dominano la rabbia, la ribellione, il ripudio verso il conformismo e gli sbalzi emotivi ormonali. Quella musica appagava le mie sensazioni!
Poi sono passato al rock/ hardcore melodico negli anni dopo, passando per il rock alternativo/ grunge a metà tra i 20 e i 30 fino ad arrivare al pop rock e alla rivisitazione anche della new wave.
I sentimenti e le emozioni diverse che proviamo nella vita portano ad ascoltare ed esperire generi di musica diverse. O almeno a me piace vederla così.
Cito solo alcuni artisti come Chris Cornell, Sting, i Thrice, Bring Me The Horizon, Alice In Chains, Tool, Verdena, The Cure…
Ma se dovessi elencare tutte le mie influenze musicali probabilmente andrei avanti un giorno intero…

Alieni arriva dopo Chiara. Due canzoni con mondi musicali decisamente diversi. Cosa ci dobbiamo aspettare per il 2023?

Le mie nuove canzoni sono tutte apparentemente molto diverse tra di loro e in parte lo sono. Sia a livello di temi che a livello sonoro, ma sono tutte collegate da un filo, ovvero le varie sfaccettature dei miei “io” che hanno bisogno di esprimersi in modi apparentemente conntrastanti tra di loro. Aspettatevi altre canzoni, un album, concerti! Il resto si vedrà…

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Nato a Roma nel 1984, ma vivo a Venezia per lavoro. Musicista e cantante per passione e per diletto, completamente autodidatta, mi rilasso suonando la chitarra e la batteria. Nel tempo libero ascolto tanta musica e cerco di vedere quanti più concerti possibili, perchè sono convinto che la musica dal vivo abbia tutto un altro sapore. Mi piace viaggiare, e per dirla con le parole di Nietzsche (che dice? boh!): "Senza musica la vita sarebbe un errore".

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