A quasi un anno e mezzo di distanza da Quello bravo, Nancy è il nuovo vecchio singolo di Fabio Poli.
Una canzone antica, composta nel 2010 e persa nella memoria, che viene regalata ai fan. Infatti non ssarà possibile trovarla negli store digitali o sui servizi di streaming musicale, ma verrà resa disponibile solo attraverso i canali social dell’artista (YouTube, Facebook, Instagram e TikTok).
Nancy è una ballata cantautorale vecchio stampo, suonata interamente da musicisti con strumenti veri. Fanno capolino echi d’autore, a partire dal titolo, che rende omaggio alla Nancy di Cohen, tradotta a sua volta da Fabrizio De André.
Armonicamente si caratterizza per la modulazione che avviene alla fine della prima strofa sullo stile di grandi classici come Che cosa c’è di Gino Paoli, per poi incastrarsi su un ritmo shuffle alla Lucio Dalla, con echi che rimandano a Fabio Concato. Nell’inciso si apre beatlesianamente in tonalità maggiore dove, non a caso, il testo cita Londra.
Nancy è un ritratto femminile nel momento di passaggio tra l’adolescenza e la maturità. Un periodo difficile, reso ancor più complicato dai canoni illusori della società moderna, così inarrivabili da far spesso desistere i giovani dal tentare di trovare la propria strada, isolandosi e immergendosi in mondi virtuali.
Abbiamo raggiunto Fabio Poli per farci raccontare questa nuova-vecchia canzone. Eccovi la nostra intervista.
Perchè hai deciso di pubblicare solo ora un brano di oltre 10 anni fa?
Perchè è una canzone che mi è sempre piaciuta molto ma, ogni volta che la incidevamo per metterla in un album, risultava sempre un corpo estraneo rispetto agli altri pezzi. E così, ora, mi è sembrato il momento di Nancy, un pezzo a sè stante nella mia discografia, che rappresenta la mia parte più intima e cantautorale.
Come mai hai scelto di renderlo disponibile solo sui tuoi social e non sulle piattaforme di streaming musicale?
Perché Nancy col suo sapore antico, la sua storia, quei riferimenti che richiedono una riflessione, gioca un altro campionato. Per cui non me la vedevo proprio a sgambettare nelle playlist di Spotify.
Pur essendo un brano di 12 anni fa, quando Facebook e Instagram erano agli albori, parla di una tematica estremamente attuale.
In effetti è un testo che si è rivelato lungimirante, anche se la tematica del passaggio dall’adolescenza all’età adulta è un must nella musica cantautorale da sempre. Certo, oggi, con questa velocità comunicativa impressionante, paradossalmente si è acuito il problema della solitudine.
Una generazione che, anche per via dell’emergenza sanitaria, ha mancato momenti importanti della propria esistenza mi preoccupa molto.
Nancy è un pezzo vecchio, Quello bravo è uscito un anno e mezzo fa. Quando usciranno altri brani? Cosa dobbiamo aspettarci per il 2023?
Ho tantissime canzoni pronte, e sicuramente uscirò con qualche nuovo singolo, però non mi ritrovo in questo momento storico, fatto di pezzi “mordi e fuggi”.
Io sono cresciuto con le eterne discussioni tra amici sui 4 assi di un colore solo di De Gregori.
Pensa che, quando le canzoni sfumavano, alzavo il volume al massimo per sentire cosa succedeva negli ultimi istanti. Quindi, da cultore degli album in tutta la loro complessità, non mi va giù che su produzioni da 10-12 canzoni, se ne riesca a valorizzarne un paio, quando va bene.
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