Il primo giorno della mia vita
di Paolo Genovese
con Toni Servillo, Valerio Mastandrea, Margherita Buy, Sara Serraiocco, Gabriele Cristini
La poliziotta Buy ha messo il colpo in canna e la pistola sotto il mento. Si sente uno sparo. Si è uccisa o no? Passa Toni Servillo con una station wagon vecchiotta e la porta in un albergo economico a Roma. Si aggiungeranno il ragazzino Cristini diabetico che ha mangiato troppe ciambelle per farla finita coi genitori che lo vogliono influencer di eccessi sui social, il motivatore Mastandrea, che finite le motivazioni è saltato da un ponte, e la ginnasta Serraiocco: ridotta da un incidente alla sedia a rotelle, si è lanciata da un tetto. Insomma, suicidi, fermati in un tempo statico per sette giorni, invisibili, senza bisogni, forse anime, forse fantasmi: accompagnati da Servillo (un angelo?) in una procedura di revisione del passato: alla fine dei sette giorni dovranno decidere se morire o tornare nel mondo. Genovese affronta il tema del dolore che spinge a rinunciare alla vita con un dispositivo (fantastico? metafisico?) che ricorda quello di The Place incrociato alla combinatoria pessimista di Perfetti sconosciuti. È probabile che per alcuni spettatori il tema sia respingente in sé o spinoso. Angeli e fantasmi sono scelte più anglosassoni. Eppure…
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