Andrea Mirò, “Camere con vista” è il nuovo cofanetto in due cd

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Andrea Mirò

Le Camere con vista che danno il titolo al cofanetto di Andrea Mirò in due cd, pubblicato lo scorso 12 gennaio su etichetta Halidon, sono come contenitori di storie minime o universali.

Ma anche tutte le camere da cui Mirò ha guardato, immaginando che fossero quelle d’albergo durante i tour, o quelle di casa nel passare di questi anni, sempre diverse perché c’è sempre qualche elemento che cambia sullo sfondo, e perché cambia lo stato d’animo. Nelle parole della cantautrice: «Era arrivato il tempo di fare il punto su tutta la mia produzione personale, i 20 anni (2020) sarebbero stati perfetti da celebrare, ma si è messa di mezzo la pandemia che ha reso gli intenti decisamente più precari, quindi alla fine, questo “riassunto delle stagioni passate” esce ad inizio 2023».

Il titolo rende l’idea del divenire rimanendo se stessi: «Dal primo disco pubblicato si sono alternate molte esperienze nel mio percorso, alcune particolarmente formative e incisive, e credo che ascoltando la raccolta (che ha una sequenza per lo più temporale) in generale si possano percepire i cambiamenti, soprattutto lo sganciarmi più frequentemente dalla forma canzone nella sua accezione comune. Mantenendo però una cifra coerente nel tempo, per la scelta delle tematiche che mi interessa mettere in scena, e per lo stile testuale che è maturato rimanendo il più possibile asciutto.

Ho scelto i brani che secondo me avevano caratteristiche tali da rendere più chiaro possibile l’ambito in cui mi muovo, così eterogeneo, ma è stata anche una scelta per introdurre al mio mondo chi mi segue per gli altri progetti paralleli — che in questi ultimi anni sono stati i più vari, spesso e volentieri legati al teatro — e soprattutto per chi ancora non ha ascoltato nulla della mia produzione, per spiegare quali sono gli argomenti cardine che amo trattare e qual è il mio modo di esprimerli», racconta l’artista.

Il doppio cofanetto, edito da Anyway e distribuito da Halidon, è realizzato con Treedom, realtà internazionale che sostiene e finanzia direttamente progetti agroforestali.

CAMERE CON VISTA TRACCIA PER TRACCIA

Andrea Mirò

CD1 

La canzone del perdono
Con questo brano Andrea Mirò esordisce come cantautrice a Sanremo Giovani 2000.
La vera vittoria è perdonare: facile a dirsi, difficilissimo a farsi.

La scelta di Silvia
Un brano che parla di aborto, con uno sguardo non giudicante, cercando vicinanza e comprensione. Piano e orchestra soli, danno intensità e sottolineano la portata del tema trattato.

Il treno
Un’intramontabile metafora della vita, dove la ritmica volutamente rimanda all’immaginario ritmo del treno sulle rotaie.

Opinioni di un clown
Titolo tratto dal capolavoro letterario di Heinrich Böll. La figura del clown è una tra le più malinconiche complesse e schizofreniche dell’intrattenimento, declinabile sotto mille sfumature. La canzone ha un piglio espressionista, cifra che torna spesso nel modo di comporre dell’autrice.

Nairobi-Milano
Un rock scarno per parlare di donne sfruttate.

Stanza 24
Versione live registrata al Qube di Roma, con uno stile pianistico che richiama il lavoro di  John Cale, più spezzata ma forse meno scontata. Parla di follia e di alienazione.

La giusta distanza
Nata piano e voce, romanticamente notturna. La versione registrata in studio, però, si dimostra più godibile, con cambi armonici potenti. Il brano parla di inadeguatezza e diversità, di un individuo che rifiuta le maschere sociali imposte, che preferisce isolarsi piuttosto che uniformarsi alla massa.

Primavera a Sarajevo
Una hit scritta a quattro mani con Enrico Ruggeri, ma anche una grande esperienza vissuta poco tempo prima, fine anni ’90, nella città-simbolo di una guerra atroce, ancora ferita e densa di storie strazianti.

Nessuno tocchi Caino
Il brano con cui Andrea Mirò partecipa fra i big in gara a Sanremo 2003 duettando con Enrico Ruggeri. Scritto a quattro mani, ha portato la coppia a vincere il Premio per il Miglior Testo. In seguito, ha segnato un lungo impegno con l’associazione Hands of Cain e l’incontro con Leroy Orange, detenuto per 19 anni nel braccio della morte.

La la la
Quegli amori finiti, che lasciano segni forti nella nostra vita che cambia e servono da paradigma, da terapia per affrontare il futuro. Un’uscita radiofonica grandiosa, contenuta in un disco pubblicato poco prima della nascita del primo figlio di Andrea Mirò.

Come la luna
Un gioiellino intimo, voce e chitarra elettrica, una riflessione caratteriale.

L’ultimo uomo
Una critica sputata in faccia a un uomo arrogante che si crede in potere di calpestare gli altri e che si trova, improvvisamente, disarmato.

Il pasto
Vorremmo portare con noi le persone care per sempre, un’intimità resa con l’uso essenziale di piano e voce. Anche questo, un altro piccolo gioiello.

Il vento
Forse la prima canzone d’amore vera e propria di Andrea Mirò, che racconta: «Ho sempre pudore nello scrivere d’amore, perché bisogna schivare continuamente la retorica e la melassa».

Preghierina dell’infame feat. Neri Marcorè
Il primo incontro con Neri Marcorè al Festival Fondazione Gaber a Viareggio. Il passaggio in studio, casuale, durante la registrazione di questo brano ha fatto sì che accettasse di cantarla e di dare quel tocco di ironia a una canzone politicamente scorretta, una preghiera “al contrario”.

Romanzo popolare
Piccolo “film” su un amore taciuto e sofferto che dà origine a un pezzo marcatamente folk.

Prima che sia domani
La fine di una storia nel modo più consapevole possibile, una ballata rock con rimandi lontani a Who e Velvet Underground.

Medley Notte di Praga/Canzone del perdono
Registrato anch’esso al live al Qube di Roma, il medley unisce il primo singolo pubblicato (1987) e il primo singolo come cantautrice (2000), entrambi presentati a Sanremo.

 

CD2

Un piccolo graffio
Una canzone rivolta ai Millennials in quest’epoca di identità adulta svuotata di significato dalla precarietà e da un futuro difficile da immaginare; è lo sprone a non aver paura dei graffi della vita: «Entra dentro al tuo sogno. Svegliati».

Hey cowboy
Il brano nasce dalla lettura di un articolo sul possesso delle armi in America, dove esistono cittadine in cui si vive il paradosso di portar con sé le armi anche in chiesa, dove l’altro è sempre un potenziale nemico.

I figli degli altri
Storia di una colf extracomunitaria che permette una riflessione sulla condizione di strappo di chi si cura di figli non suoi in un altro Paese, per poter dare un’opportunità ai propri figli lontani.

Ordine-Disordine
Come nasce una rivolta? Dal primo che esce dalla fila, da chi smette di guardare nella direzione stabilita da qualcun altro, da chi si pone domande e smette di dire di sì, affrancandosi dal “così fan tutti”.

Irraggiungibile
Cosa vede allo specchio chi si rifà i connotati al punto da diventare irriconoscibile? Questa è una società che non accetta più di invecchiare e dove la bellezza estetica — pur se finta e a tutti i costi — è un valore. Vista qui come trasformazione definitiva che di umano non ha più nulla.

L’avversario
L’altra faccia della nostra identità, l’avversario siamo noi. Canzone registrata in trio in diretta.

Il sogno dell’astronauta
Una figura su cui molti di noi hanno fantasticato da piccoli, protagonista di film e canzoni, colui che ha il grande privilegio di guardare il mondo da una prospettiva unica nel suo genere, spesso completamente in solitudine.

Database
L’impatto positivo e negativo della rete sulla nostra vita.

Vite parallele
Un’anima che sogna ad occhi aperti ciò che nella realtà non può avere, e nel sogno l’affrancamento da una vita incolore.

L’incantatore di serpenti
Uno sguardo sul mondo di chi vive in strada, ai margini, per forza o per scelta.

Faust
Scegliere l’inferno, fino in fondo, sapendo che è una strada probabilmente senza ritorno: colui che ha venduto la sua anima, appunto, e che ne accetta le conseguenze (brano vincitore del Premio Lunezia).

L’uomo del faro
Scritta sulla scia dell’aforisma citato da un’amica giapponese: «Sotto il faro è buio». La versione scelta è quella arrangiata da Marco Zangirolami, fortemente evocativa e grandiosa.

Senza che nulla cambi feat. Dargen D’Amico
Brano dal carattere tosto che racconta la storia di una donna che sceglie di mollare tutto, forse anche la vita. Dargen D’Amico si è palesato in sede di master e ha inserito alcune barre al volo, perfettamente in tema col mood del pezzo.

Nessuna paura di vivere
Dedicato a chi ha il coraggio di lanciarsi nella vita, come nell’amore, senza riserve.

Piove da una vita
Polaroid del rapporto di una vita tra sorelle, ricordi belli e qualche rimpianto.

Conseguenze
Una donna vessata che alza finalmente la testa.

Deboli di cuore
Un brano sulla presa di coscienza, in questa realtà sempre più difficile da vivere servono scelte nette, senza fronzoli, senza più perdite di tempo. Basta piangersi addosso perché, che ci piaccia o no, “questo mondo non è fatto per i deboli di cuore”.

La festa è finita
Il testo è nato in poco meno di un’ora, come un film chiaro in mente, con quelle immagini e quell’atmosfera e la precisa sequenza armonica/melodica fuori regola.

Nessuno escluso
La suggestione è dal microcosmo dei singoli protagonisti al macrocosmo della massa, perennemente in attesa che accada qualcosa che possa cambiare una vita dal ritmo troppo stagnante, che possa succedere l’inaspettato, qualcosa che ci sconvolga, attendendo l’arrivo di un Messia.

Reo confesso
Bonus track di Nessuna paura di vivere (2016). Attraverso l’interrogatorio del colpevole racconta la confessione di un femminicidio.

QUESTA è la pagina Instagram ufficiale di Andrea Mirò.

Classe ’83, nerd orgogliosa e convinta, sono laureata con lode in ingegneria dei sogni rumorosi ed eccessivi, ma con specializzazione in realismologia e contatto col suolo. Scrivo di spettacolo da sempre, in italiano e in inglese, e da sempre cerco di capirne un po’ di più della vita e i suoi arzigogoli guardandola attraverso il prisma delle creazioni artistiche di chi ha uno straordinario talento nel raccontarla con sincerità, poesia e autentica passione.

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