L’uomo che ha inventato un genere, si potrebbe dire. O meglio, l’uomo che ha preso un genere (l’horror) e lo ha sdoganato come socialmente utile (!). Se siete appassionati di The Walking Dead, la persona che probabilmente dovete ringraziare è proprio lui, George Andrew Romero, newyorkese figlio di immigrati, che nel 1968 (anno per niente casuale), dirige il film low cost La notte dei morti viventi, e porta in auge quello che fino ad allora era un personaggio di nicchia del mondo horror, ovvero gli zombie. Non solo sceglie un nero come protagonista a capo di un gruppo di bianchi (e viene massacrato dai poliziotti alla fine), ma è evidente subito che c’è qualcosa di più, una metafora sociale di minoranze (i vivi, o quelli che pensano e sentono) che vengono messe all’angolo dalla maggioranza (di morti, più spiritualmente che fisicamente).
Tematica che viene riprese nel 1978, con il seguito che in Italia viene con molta fantasia intitolato Zombie, e qui la tematica, in mezzo a cannibalismi e cadaveri, il bersaglio è il consumismo, rito celebrato nei centri commerciali. I due film sono di culto assoluto, anche al di fuori degli amanti del genere.
A esso seguiranno, oltre ad altri 4 film da lui stesso diretto sulla stessa tematica, una miriade di film sul genere “orda di mostri assetati di sangue”, con varianti di varia qualità, tra cui Resident Evil, Io sono leggenda e World War Z per citare gli ultimi esempi, ma che di fatto da quel 1968 non ha mai cessato.
Del successo delle sue “creature”, parla così: «ho sempre pensato che gli zombie parlassero di rivoluzione, una generazione che consuma la prossima». Ci lascia (chissà se definitivamente o meno) il 16 luglio 2017, a 77 anni.
Altre ricorrenze
- 1936, esce Tempi moderni, uno dei capolavori di Charlie Chaplin
- 1970, nasce Gabrielle Anwar, attrice USA di Scent of a woman e della serie TV I Tudor