Un progetto di Franco Mussida: sonorizzato San Vittore con musiche selezionate dai detenuti

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San Vittore
@Francesca Di Vaio

È un’iniziativa unica in Europa: da oggi, ampi spazi del carcere milanese di San Vittore sono sonorizzati con musiche strumentali di tutte le etnie selezionate dai detenuti nei laboratori di “Ascolto Emotivo Consapevole”. In pratica, è la naturale evoluzione del progetto CO2 nato dieci anni fa per iniziativa di Franco Mussida e del suo CPM Music Institute, e che ormai è radicato in ben 11 carceri italiane, con il coinvolgimento di migliaia di detenuti: nel 2017 ha ottenuto la Medaglia della Presidenza della Repubblica per il lavoro di utilità sociale e culturale svolto. 

Oltre che con il contributo del Comitato Scientifico CO2, il tutto è stato reso possibile grazie agli apporti del Ministero della Giustizia, del già citato CPM, della SIAE e dell’Associazione Slow Music.

L’inaugurazione dell’iniziativa, dicevamo, si è svolta oggi, 1° marzo, a San Vittore. I brani sono selezionati dai detenuti per fare in modo che in quel luogo di sofferenza possa traspirare uno spirito pregnante di vita che abita le musiche delle tante diverse etnie del pianeta. 

Ad essere riprodotte, infatti, saranno playlist ricche di pezzi originari di tanti paesi del mondo, specie quelli che seguono le rotte migratorie di questo tempo, organizzate dagli stessi detenuti durante i laboratori di “Ascolto Emotivo Consapevole” tenuti da Franco Mussida. 

«L’iniziativa di sonorizzazione degli spazi del carcere di San Vittore rappresenta un esempio tangibile di come la cultura possa costituire un motore di cambiamento sociale,» ha dichiarato l’Assessore alla Cultura, Tommaso Sacchi. «Questa iniziativa, che va ben oltre i confini della città di Milano, non solo promuove attività culturali all’interno del carcere, ma favorisce anche momenti di riflessione e divertimento, contribuendo a creare un’atmosfera diversa, più umana e vivibile, all’interno degli istituti di detenzione».

L’accensione dell’impianto di sonorizzazione degli spazi dell’istituto penitenziario di San Vittore che diffonderà il lavoro di selezione musicale, realizzato con i detenuti e l’importante contributo di Slow Music, ha visto la partecipazione di rappresentanti dell’Amministrazione Comunale di Milano, del Dott. Giacinto Siciliano (Direttore della struttura carceraria), del Dott. Luigi Pagano (già direttore Carcere San Vittore, Provveditore Regionale dell’Amministrazione penitenziaria e Vice-Capo Dipartimento), del Prof. Flavio Antonio Ceravolo (Università di Pavia e Comitato Scientifico CO2), di Mario Lavezzi (SIAE), di Massimo Poggini (Associazione Slow Music), e di Alex Nasser ed Elena Ciano (Comunità di San Patrignano).

Particolarmente commovente, durante la presentazione del progetto, l’esibizione del Coro  La Nave di San Vittore che, diretto dal giornalista Paolo Foschini, ha proposto un’emozionante versione di Cambia-menti, brano di Vasco Rossi.

San Vittore
@Frasncesca Di Maio

A seguire, Franco Mussida ha suonato con la consueta maestria un paio di brani dal suo ultimo album Il pianeta della musica e il viaggio di Iótu. Chiusura affidata ai musicisti del CPM Music Institute, che hanno eseguito un particolare arrangiamento di Aria sulla quarta corda di Bach.

Ha detto Franco Mussida: «Sono felice di aver portato a termine questo progetto. Una gioia che condivido con decine di persone che hanno partecipato a questa avventura pluridecennale che continua. Si realizza un sogno che coltivo da oltre 35 anni. Ci tengo a ringraziare Educatori, Polizia Penitenzia e i direttori di questo carcere, da Luigi Pagano a Giacinto Siciliano. Considero questa un’attività sociale e umanistica fondamentale, al pari di quelle che mirano al sostegno della persona e favoriscono i processi di cambiamento profondo, che luoghi come questo possono indurre. Questa attività permette ai detenuti di sperimentare l’ascolto di se stessi grazie ad un particolare modo di ‘sentire’ la Musica che rende osservabile il filtro musicale emotivo. Si tratta di classificare per stati d’animo brani di ogni genere e stile musicale che vengono poi offerti all’ascolto di chi entra in carcere e di chi in carcere ci deve stare. Per i detenuti è un tempo prezioso in cui suono, silenzio, elementi consolatori superano la parola, agendo sulla condizione affettiva stabilizzando l’umore, rafforzando le parti più fragili dell’essere. È davvero una gioia poter vedere come il sentire dei detenuti, che nella Musica trovano la possibilità di vivere le parti più belle e nobili della loro dimensione emotiva, possa essere restituito a chi percorre quegli spazi, rimarcando un senso di umana unità che unisce, attraverso un clima sereno e consolatorio, visitatori, operatori e agenti della Polizia Penitenziaria».

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