Un uomo felice

La moglie del sindaco conservatore cambia sesso

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Un uomo felice
di Tristan Séguéla
con Fabrice Luchini, Catherine Frot, Philippe Katerine, ARTUS, Camille Le Gall

Fabrice Luchini, sindaco sessantenne conservatore di un paesino immobile della Francia del Nord, mentre sta per ripresentarsi alle elezioni scopre con orrore che A) deve modernizzarsi e tenere conto dei social e B) che sua moglie Catherine Frot dopo 40 anni di matrimonio ha iniziato cure ormonali per diventare uomo, perché si è sempre sentita uomo, e comincia a vestirsi da uomo per prepararsi al coming out. Però lo ama ancora. Imbarazzo privato e  imbarazzo politico, visto che i potenziali elettori del sindaco sono più conservatori di lui. Poi, galeotta una gomma bucata, scoppia uno scandalo alimentato dalla provincia asfittica e dai social. Può lo scandalo rientrare o addirittura ribaltarsi a favore del sindaco? Continuerà l’amore tra il sindaco e la moglie? È un caso che Catherine Frot con barba e baffi somigli al regista Rainer Werner Fassbinder? È un omaggio? Il film affronta con tenerezza temi molto di moda (se diciamo “alla moda” siamo maligni?) forse  a misura di un pubblico dell’età dei protagonisti. Il testo è buono e gli attori due fuoriclasse, eppure qualcosa nel conto finale non torna e suona vagamente in falsetto. Seguelà è il regista di Chiamate un dottore, di cui Guido Chiesa ha fatto il remake Una notte da dottore con Abatantuono e Matano. Forse dovremmo aspettarci un remake nostrano.

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