Disco Boy

Se il legionario incontra il rivoluzionario la danza cambia...

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Disco Boy
di Giacomo Abbruzzese
con Franz Rogowski, Morr N’Diaye, Laetitia Ky, Leon Lucev, Robert Wieckiewicz

Il ragazzo bielorusso Rogowski sogna la Francia, ci entra clandestinamente e perde un compagno di viaggio, entra nella Legione Straniera (che sembra  una palestra un po’ ruvida con sessioni di counseling più che il tipo di vita genere marcia o crepa!) e viene inviato a recuperare ostaggi francesi catturati in un punto del Niger dove le multinazionali del petrolio derubano i nativi e dove il capo di un gruppo rivoluzionario e sua sorella, in clandestinità nella giungla, hanno l’occhio destro differente dal sinistro e quando non combattono i militari del governo danzano in maniera curiosa. Il rivoluzionario vorrebbe lavorare in una discoteca come “Disco Boy”. Il legionario (che sembrerebbe lì in missione di pace) si scontra con il rivoluzionario danzatore e al ritorno in Francia è visitato dal suo fantasma, si ritrova anche lui con l’occhio destro diverso dal sinistro (molto simbolico: in fondo sono due romantici) e in una discoteca incappa nella sorella del morto che danza sui cubi. La danza e la guerra nella giungla  vengono filmate al buio coi sensori di calore che usano i militari, il che rende psichedelico il film, che sembra un insieme di frammenti espressionisti in risposta ai bisogni creativi del regista più che una storia di guerra o una storia di fantasmi. O forse tutte e tre le cose, va bene lo stesso. A Berlino è piaciuto. Orso d’argento per la fotografia.

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