Compie 90 anni un grande gentleman del cinema, Sir Michael Caine

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Michael Caine

Esiste una generazione di attori unici che negli ultimi 20/30 anni abbiamo visto spesso in ruoli secondari o addirittura in camei, ma che con la loro sola presenza sono riusciti a nobilitare film di qualunque genere. Li troviamo in storie drammatiche importanti o in commedie di alto livello, ma anche quando appaiono in action un po’ “tamarri” o in film demenziali riescono, con il loro carisma, ad alzare il livello.

Basta citare nomi come Donald Sutherland, Robert Duvall, Christopher Walken, Morgan Freeman… e chiaramente il nostro Maurice Joseph Micklewhite Jr, che ha cambiato il nome in Michael Caine per omaggiare il famoso L’ammutinamento del Caine con Humphrey Bogart. Oltre centodieci pellicole in sei decenni. Ruoli da eroe o da persona comune che è riuscito sempre a rappresentare con convinzione. Lui stesso ha ammesso più volte di aver lavorato in titoli imbarazzanti, in cui però è sempre riuscito ad uscirne a testa alta.

Michael Caine

Conosciuto anche dai giovanissimi per la sua riuscita collaborazione, negli ultimi anni, con il regista Christopher Nolan, dove appare praticamente in quasi tutti i suoi film e in particolare nella trilogia di Batman con il ruolo del maggiordomo, Alfred. Protagonista negli “anni 10” di un film importante come Youth – La Giovinezza di Paolo Sorrentino, alla sua prova dopo-Oscar, e nella bella commedia Insospettabili sospetti. Due ruoli agli antipodi che confermano la sua grandezza, perché se nel primo film è un elegante e colto compositore, nel secondo è invece un ex operaio in pensione che decide di rapinare una banca.

Indubbiamente ogni passo della sua carriera è stato caratterizzato da prove in cui la sua fisicità si adattava perfettamente ai personaggi. Figlio di uno scaricatore di porto e di una cuoca, Michael Caine abbandona la scuola e diventa fuciliere nella guerra in Corea. Poi arriva un breve passaggio in teatro, in televisione, spesso in ruoli non accreditati, e il primo grande successo con Ipcress (1965), una sorta di agente segreto molto lontano da quello portato in scena da Sean Connery in quel periodo. Con questo personaggio più cupo, meno incline all’azione e decisamente eroe controvoglia, per Caine si aprono le porte del successo e con il suo agente Harry Palmer si ritrova in altri quattro sequel.

Michael Caine

Un’alternanza di ruoli iconici lo porta a diventare uno degli attori più prolifici di sempre: donnaiolo nella commedia Alfie (1966), eroe maledetto in Carter (1971), ambiguo parrucchiere nel thriller psicologico Gli insospettabili (1972) con Lawrence Olivier, oscuro psicologo nel classico Vestito per uccidere (1980) di Brian de Palma, calciatore nel famosissimo Fuga per la vittoria (1981) con Sylvester Stallone… e avanti così, con titoli che sono ormai storia del cinema. Sono due i meritatissimi premi Oscar vinti, entrambi come miglior attore non protagonista, per l’impacciato innamorato nel bellissimo Hannah e le sue sorelle (1986) di Woody Allen e per il sensibile gestore dell’orfanotrofio in Le regole della casa del sidro (1999).

Una carriera costellata di enormi successi e da una lunga battaglia personale contro un problema di alcolismo, con una media di due bottiglie di vodka al giorno, vinto grazie alla sua seconda moglie Shakira Baksh.

Michael Caine

Per alcune caratteristiche fisiche e attoriali sono in molti a vedere in Jude Law l’erede di Michael Caine, soprattutto dopo aver ripreso i suoi personaggi nei remake di Alfie (2004) e in Sleuth – Gli insospettabili (2007) in cui Caine riprendeva il ruolo che fu di Lawrence Olivier, ma è indubbiamente palese che il nostro Sir Michael Caine ha attraversato un periodo cinematografico in cui l’evoluzione artistica è stata più incisiva per i registi, i produttori e gli attori che hanno avuto la possibilità di essere “protagonisti” nei rivoluzionari anni sessanta e settanta.

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Nato a Genova nel 1967 e vissuto felicemente con un cinema a due metri dal portone di casa. Con un diploma in sceneggiatura preso presso la Scuola d’Arte Cinematografica di Genova ho realizzato diversi spot e cortometraggi, di cui uno fighissimo dal titolo “Il Caso Ordero”. Una cosa tira l’altra e sono arrivato a fare inserti di cinema e poi programmi in diverse radio: Radio Genova Sound, Radio Nostalgia, Radio City e ora Radio Aldebaran. Dal 2017 sono il direttore dei programmi del Riviera International Film Festival.

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