La primavera si apre con i grandi musicisti del Bergamo Jazz Festival 2023

Edizione numero 44 della rassegna orobica, che, guidata dalla cantante e compositrice Maria Pia De Vito, propone tre giornate di jazz al top nei teatri e in numerose location di Bergamo.

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Bergamo Jazz Festival

Come dice Stefano Bollani, «la gente al jazz ci arriva non per educazione, ma per altre vie»: quelle proposte dal 23 al 26 marzo dal primo grande festival della nuova stagione di concerti di musica afroamericana saranno ricche di novità e di qualità artistica. Bergamo Jazz Festival 2023 riempirà, come ormai da oltre quarant’anni, la città lombarda dei suoni afroamericani, coniugati nelle più diverse prospettive sonore, ma sempre con attenzione alla spiritualità più profonda dell’uomo, come afferma la direttrice artistica Maria Pia De Vito, per la seconda stagione alla guida della manifestazione: «il jazz è, a mio avviso, una forma d’arte profondamente spirituale, vicina alla meditazione, e d’altro canto laica e democratica, cerebrale o dionisiaca, in ogni caso disposta al rischio. Il programma di quest’anno presenterà concerti in cui il testamento e l’agire spirituale di grandi maestri. In alcuni progetti è esplicito. In altri, può essere sottotraccia, non dichiarato a parole, ma sempre e comunque presente nei suoni e nei gesti».

Lakecia Benjamin ©Elizabeth Leitzell

Iniziamo con i big che si esibiranno nello storico Teatro Donizetti. Alle ore 20.30, la sera di venerdì 24 si incontreranno due forti personalità del jazz italiano, il trombettista sardo Paolo Fresu e la pianista romana Rita Marcotulli, in un dialogo lirico e affascinante. Seguirà la nuova stella del canto jazz, coccolatissima dalla critica USA, Cécile McLorin Salvant, raffinata interprete di brani del repertorio di Kate Bush, Kurt Weill, Gregory Porter e Sting. Sabato 25 la talentuosa, giovane sassofonista Lakecia Benjamin, precederà la proposta del batterista Hamid Drake dedicata a una delle figure simbolo dello jazz e delle musiche spirituali senza confini Turiya: Honoring Alice Coltrane, con la partecipazione del carismatico sassofonista britannico Shabaka Hutchings, dell’alchimista elettronico scandinavo Jan Bang, degli americani Jamie Saft e Joshua Abrams, rispettivamente a tastiere e contrabbasso, del vibrafonista Pasquale Mirra e della danzatrice Ngoho Ange. Domenica 26 chiuderanno la rassegna i trii del fisarmonicista francese Richard Galliano e del bassista e vocalist camerunense Richard Bona, con un vibrante mix di jazz, sonorità africane, sudamericane e caraibiche.

Richard Galliano ©Sergi Braem

Altra struttura cittadina solita ospitare le performance del Festival è il Teatro Sociale. Quest’anno vi proporranno ottima musica la sera di giovedì 23 marzo (sempre alle 20.30) il trio MiXMONK, costituito dal batterista Joey Baron, il sassofonista Robin Verheyen e il pianista Bram De Looze, in movimento da Thelonious Monk all’attualità, e la debuttante Panorchestra del sassofonista Tino Tracanna, con ottimi musicisti lombardi e i guest Alfonso Santimone, tastierista, compositore e arrangiatore, e il trombettista americano Jonathan Finlayson. Domenica 26 marzo alle 17 il trio formato dal violoncellista olandese Ernst Reijseger, dal pianista Harmen Fraanje e dal vocalist e polistrumentista senegalese Mola Sylla promette una musica dalle molteplici inflessioni linguistiche, anche cameristiche e ironiche. Ma il jazz sarà protagonista anche in numerose altre strutture cittadine, dall’Accademia Carrara (in anteprima il 22 alle 18.30 il duo della cantante Camilla Battaglia e della bassista Rosa Brunello) all’ex centrale termoelettrica diventata il circolo culturale Daste (sabato 25 alle 18.30 l’inedita formazione tutta femminile ONJGT Synthesis, estrapolata dall’Orchestra Nazionale Jazz Giovani Talenti del bassista e compositore Paolo Damiani). Tra le proposte citiamo quelle solistiche di due pianisti tra i più interessanti emersi negli ultimi decenni, il brasiliano Amaro Freitas e lo svizzero Nik Bärtsch, al Teatro Sant’Andrea rispettivamente il 23 alle 17 e il 25 alle 11, del vulcanico multistrumentista inglese Django Bates, il 26 in Sala Piatti alle 15.00, e del sassofonista americano Dan

Cecile McLorin Salvant ©Karolis Kaminskas

Kinzelman nella preziosa cornice della Chiesa di San Salvatore, domenica 26 alle 11. E ancora il 24 e il 25 alle 17 nell’Auditorium di Piazza della Libertà, suoneranno rispettivamente il duo David Linx, cantante fiammingo, e Leonardo Montana, pianista sudamericano, e il trio Oliphantre, dal sound esplosivo tra jazz, elettronica, hip hop e punk. Last but not least la parata “Scintille di jazz” di talenti italiani al Balzer Globe, gli incontri per le scuole primarie e secondarie e l’omaggio al fotografo Roberto Masotti, a un anno dalla scomparsa.

Inutile aggiungere che non è tutto qui il programma – può essere visualizzato nel dettaglio, comprensivo di costi, abbonamenti, iniziative, al sito www.teatrodonizetti.it/it/teatro-donizetti-bergamo-programmazione/bergamo-jazz-festival/ – di una manifestazione importante, pronta, come ormai da decenni, a dare il la alla stagione italiana della musica afroamericana, che anche quest’anno sboccia proprio insieme alla primavera.

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Che dire? Basta citare la cura di oltre 250 cd compilation di new age, jazz, world e quant’altro? Bastano una ventina d’anni di direzione artistica dell’Etnofestival di San Marino? Bastano i dieci come direttore responsabile di Jazz Magazine, Acid Jazz, New Age Music & New Sounds, Etnica & World Music? Oppure, e magari meglio, è sufficiente informare che sono simpatico, tollerante, intelligente... Con quella punta di modestia, che non guasta mai.

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