L’esorcista del papa

Un'avventura di padre Gabriele Amorth. Chissà se è vera

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L’esorcista del papa
di Julius Avery
con Russell Crowe, Daniel Zovatto,
Alex Essoe, Franco Nero,
Peter DeSouza-Feighoney

Se è vero che il massimo risultato del diavolo è far credere che non esiste, qui il massimo risultato è che tutti i recensori, forse turbati dagli esorcismi, hanno chiamato Vespa una Lambretta. Padre Gabriele Amorth (non sapremmo dire se davvero la guidava nella realtà) in questo film gira in Lambretta per Roma e fa marameo alle suore in Vaticano, dove i modernisti non accettano i suoi metodi e lo chiamano in giudizio. Nella realtà era davvero il capo degli esorcisti del Vaticano. La finezza sta nel far dire ad Amorth che il 98 per cento dei posseduti ha bisogno di un trattamento sanitario, e solo il 2 per cento è alle prese con il Male. Ma allora è moderno? Ma no: via con il repertorio tradizionale: bambini con voci da demoni, desideri da infoiati, make-up da disastro, letti che saltano, corpi che volano, urla e ruggiti in più lingue, spruzzi, vomito, un altro prete con demoni personali, i peccati che ti lavorano dentro (quelli della carne sono sempre i più gettonati) e quando pensi che magari è tutta una metafora di disagi psichici ecco un pozzo con cadaveri, gabbie, Vergini di Norimberga, esalazioni infernali e direttamente dall’inferno il diavolo Asmodeo che medita la colonizzazione del mondo. Tutto sommato un film tradizionale sulla linea di L’esorcista di Friedkin. Era davvero così il vero padre Amorth mancato nel 2016? Come mai tra i produttori c’è il rettore gesuita di un’università e tutti gli esorcisti vaticani hanno protestato per la deriva alla Dan Brown che ha preso il film? C’è da dire che il film è posseduto al solito vecchio modo, ma Russell Crowe, forse complice una peccaminosa fiaschetta di liquore, ha dei guizzi che lo rendono anche simpatico. E se fosse il pilot di una potenziale serie tv, le meravigliose avventure del gladiatore del Papa?

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