Denti da squalo

Una favola sulla fatica di crescere

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Denti da Squalo
di Davide Gentile
con Tiziano Menichelli, Stefano Rossi Giordani, Virginia Raffaele, Edoardo Pesce

Un bambino che ogni tanto viene visitato dal fantasma del padre. Il padre era un malavitoso redento dall’amore. Ma poi, per salvare un compagno di lavoro era morto. Eroe o fesso rovinato dalla madre? Il bambino vaga per il litorale. C’è una villa disabitata con piscina. Nella piscina c’è uno squalo. A guardia dello squalo c’è un ragazzo. Il ragazzo è meno coraggioso del bambino ma racconta bugie mitiche. Attraverso il ragazzo il bambino arriva alle Cattive Compagnie e  dimostrare il suo coraggio, addirittura emulare il padre. L’amico di gioventù del padre è il feroce Corsaro “proprietario” della villa e dello squalo. La metafora del mettere i denti – e denti da squalo- e crescere, e venire a patti coi fantasmi è da romanzo di formazione. E appesantisce la prima parte del film, poi nuota meglio e più veloce. C’è molta sceneggiatura molto scritta  (gli autori Valerio Cilio e Gianluca Leoncini hanno vinto il premio Solinas), ci sono personaggi che sembrano da fiaba nera (il protagonista potrebbe essere un anti-Pinocchio alla Garrone, c’è il cinema che osa di Mainetti, qui alla produzione e alla musica . Il regista Gentile ha alle spalle solo il docu Food for Thought

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