Sei film che ne ripercorrono la straordinaria carriera artistica
L’andatura elegante e atletica inimitabile, il fisico imponente, gli occhi con le palpebre cadenti da semi addormentato, il sorriso da malandrino, sono le caratteristiche salienti di Robert Mitchum, l’outsider di Hollywood, il più grande rappresentante dell’underplying, la non recitazione o la sottorecitazione, in pratica l’opposto del Metodo dell’Actor’s Studio basato sull’enfasi. Il grande Bob con la sua faccia da tartaruga ha saputo resistere a tutte le mode e alla dura concorrenza di intere generazioni di nuovi attori senza rinunciare al suo stile («da quando sono arrivato a Hollywood ho cambiato solo le mutande!» era una delle sue battute più celebri). Duro e tenero, cinico e sentimentale, eroe e antieroe Mitchum è un interprete del tutto originale nel panorama di Hollywood noto per la sua tagliente autoironia che gli fa dire: ”Io come attore ho tre espressioni: guardo a sinistra, a destra e al centro”. Adorato da molti registi, ha saputo districarsi in tutti i generi, dal melodramma, alla commedia, dal thriller al bellico con grande naturalezza. Nato il 6 agosto 1917 a Bridgeport, dopo aver vagabondato per gli States, approda in California dove casualmente capita sul set di una serie western intitolata Hopalong Cassidy alla quale partecipa senza essere mai salito in groppa a un cavallo. Dopo una dura gavetta è il ruolo dello scontroso, ma valoroso tenente dell’esercito Bill Walker nel film I forzati della gloria di William Wellman del 1945 a dargli la fama. Messo sotto contratto dalla RKO, recita nel thriller Le catene della colpa del 1947 (il 28 novembre ore 15.30 e il 6 dicembre ore 15.15) di Jacques Tourneur; nel western Notte senza fine del ’47 (il 1° dicembre ore 17.30) di Raoul Walsh e nell’avventuroso Il tesoro di Vera Cruz del ’48. Nel ’52 è un anziano campione di rodeo solitario e senza fissa dimora in Il temerario e nel ’54 in La magnifica preda di Otto Preminger (il 21 novembre ore 17.30 e il 6 dicembre ore 18.00) è un agricoltore appena uscito di prigione con figlioletto a carico che conosce la cantante di saloon (Marilyn Monroe) a cui era stato affidato il piccolo. Nel ’55 è strepitoso nei panni del predicatore demoniaco di La morte corre sul fiume (il 21 novembre ore 15.30 e 30 novembre ore 15.30) di Charles Laughton e nel ’57 è invece un rude marine attratto da una suora su di un’isoletta sperduta nel Pacifico durante la seconda guerra mondiale in L’ anima e la carne. Nel ’60 è un milionario americano annoiato che s’innamora di un’affascinante aristocratica inglese di L’ erba del vicino è sempre più verde (il 29 novembre ore 15.30 e l’8 dicembre ore 15.30) di Stanley Donen e nel ’63 un’altra performance indimenticabile, quella dello psicopatico in Il promontorio della paura (il 23 novembre ore 15.30 e martedì 7 dicembre ore 15.30) di Lee Thompson. Dopo aver partecipato a 140 film Bob Mitchum muore a Santa Barbara in California il 1° luglio 1997 e le sue ceneri sono disperse nell’oceano. L’ultima affermazione della sua personalità ribelle ed anticonformista.