Napoleon

Biografia non conformista del soldataccio di Ajaccio

0

Napoleon
di Ridley Scott
con Joaquin Phoenix, Vanessa Kirby, Tahar Rahim, Rupert Everett, Mark Bonnar

Chissà se davvero Napoleone Bonaparte vide il futuro dell’Europa tra le gambe di Giuseppina Beauharnais. Sarebbe eccitante scoprire che la modernizzazione dell’Europa sembra partire dall’Origine du Monde di Courbet. Chissà se davvero Napoleone scrutò una mummia davanti alle piramidi sentendosi come Alessandro il Grande (il quadro in cui scruta la mummia c’è: è di Maurice Henry Orange, specialista in rievocazioni napoleoniche). E il lago ghiacciato frantumato a cannonate ad Austerlitz? Il Lago Satschan, 4000 annegati. Storico. Che Napoleone abbia influenzato l’Alexander Nevsky di Ejzenstejn? Il Napoleon di Ridley Scott scontenta quanti di Napoleone hanno l’immagine hollywoodiana dell’ambizioso che scruta con il cannocchiale le battaglie  mentre i generali si aggirano impettiti, i parenti reclamano regni e stipendi e le amanti attendono frementi. Il Napoleon di Ridley Scott è nevrotico, ha un rapporto ambiguo con la famiglia, una vita sessuale non invidiabile per eleganza e prestazioni e chiude il cerchio aperto con I duellanti: è rozzo, testardo, sanguinario, ignorante e di fedeltà canina come il Feraud di Harvey Keitel, napoleonico oltre Napoleone. In fondo questo film, me l’ha fatto notare Antonella Catena del sito di Style, finisce con un duello per gioco che sembra sfottere I duellanti: due bambine inglesi a Sant’Elena, si battono con rametti parlando in francese di fronte al grande pensionato prigioniero. È quanto resta -a Napoleone- di un’avventura costata tre milioni di morti. Se è necessario il Nostro spara cannonate ad alzo zero sulla folla, emerge dalla rivoluzione francese perché il disordine non controllato (da lui) lo disturba. È disgustato dalla decapitazione di Maria Antonietta. Forse non era sotto la ghigliottina quel giorno, ma lascerà scritto “…il più sacro degli ostaggi; trascinarla dal trono al patibolo, attraverso ogni sorta d’oltraggi… Vi è in ciò qualcosa di peggio del regicidio”. Se questo film ha un difetto (che a me sembra un pregio) è che Scott ha fatto un kolossal su premesse intimiste e quasi psicoanalitiche. Non si sofferma a raccontare i significati storici delle date? Ma quelle dovevate impararle a scuola. Comunque nel crescendo si sente l’eco del Gladiatore: là era “Il generale che divenne schiavo. Lo schiavo che divenne gladiatore. Il gladiatore che sconfisse un impero”. Qui è “Il tenente che divenne generale, il generale che divenne imperatore, l’imperatore che divenne niente”. E se volete anche una frase d’effetto per il ghiaccio di Austerlitz, parafrasando quel che diceva Massimo Decimo Meridio propongo “Al mio segnale scatenate l’inverno!”

Alcuni contenuti o funzionalità non sono disponibili senza il tuo consenso all’utilizzo dei cookie!

 

Per poter visualizzare questo contenuto fornito da Google Youtube abilita i cookie: Clicca qui per aprire le tue preferenze sui cookie.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci qui il tuo nome