L’originalità e il copia e incolla nelle canzoni. Michele Bovi torna sull’argomento

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Michele Bovi

Le storie attorno alle canzoni nell’Italia canterina degli anni Sessanta, tutte rivelatrici di un mondo che appare lontanissimo, eppure ancora molto affascinante. A raccontarle, prima in televisione con la serie “Eventi Pop”, è stato Michele Bovi con un lungimirante lavoro di ricerca e conoscenza diretta con gli artisti di allora. Ora Michele Bovi ha consegnato alle stampe il suo ultimo libro “Anche Mozart copiava e plagiava i Beatles” (Minerva, pagg. 368, 23€). Un libro che viene presentato nelle maggiori città italiane, a Milano sarà questo 19 gennaio alle 18 al Teatro Spazio Tertulliano, via Tertulliano 70. Una data che segue a quella romana dello scorso dicembre e anticipa quella a Torino il prossimo 25 gennaio. Nelle precedenti presentazioni per altri libri, Michele aveva convocato a Milano tanti amici, che ormai non ci sono più, tra questi Roby Matano e Guido “Guidone” Crapanzano che ci hanno lasciato giusto l’anno scorso. A Milano come a Torino saranno invece certamente presenti altri nomi che hanno segnato un’epoca d’oro per la canzone italiana. Ogni volta le indagini di Michele sorprendono per una meticolosa ricostruzione, mai fine a creare scandalo, quanto a riferire i dati assunti. Non a caso nel libro edito da Minerva egli lascia la premessa al giurista Giorgio Assumma, come anche interviene il compositore Girolamo De Simone e lo psicologo Vincenzo Mastronardi. E già nella premessa l’avvocato Assumma avvisa che l’autore Bovi nel suo lungo indagare ne ha trovate varie di vertenze giudiziarie finite nel nulla. 

Victoria De Angelis come Gil Weston

Certi pseudo plagi Michele Bovi li chiama “Gli effetti della fascinazione”, dove già al primo capitolo richiama l’esempio di Victoria De Angelis dei Maneskin che si muove e interagisce sul palco alla maniera di Gil Weston dei Killjoys nel lontano 1977. Oppure chi non ricorda la mimica di Zucchero di quando cantava “Diavolo in me”, sembrava Joe Cocker sul palco di Woodstock. E Zucchero corona la fascinazione per Cocker invitandolo sul palco ai suoi concerti  del 1987 insieme a Miles Davis. Storie che si susseguono, come la diatriba tra Aldo Maccione che aveva smaccatamente imitato i Brutos di Gerry Bruno. 

Il titolo “Anche Mozart copiava” Michele Bovi lo prende a prestito dal “Times” di Londra che riferiva di un collegamento tra Mozart e il compositore Pasquale Anfossi che ne avrebbe ispirato un tratto del “Requiem”. Questo per dire che anche nel 1700 non mancavano i riferimenti a sinfonie che prendevano ispirazione da altre composizioni, lo stesso Wagner segnala un prestito avuto da Liszt, mentre il finale di “Norma” di Bellini ha ispirato il “Tristano”, sempre di Wagner. In proposito Luciano Chailly ha condotto numerose indagini sulle varie somiglianze, influenze wagneriane nelle opere di Puccini, vengono citati Verdi e Rossini, quest’ultimo che rende volentieri omaggio a Mozart. Il capitolo terzo del libro è dedicato a Enrico Caruso e tutto quello che l’artista napoletano ha rappresentato come interesse internazionale, con tanto di intrighi e ricatti da parte della Mano Nera newyorkese, fino a diventare un artista apprezzato dal padrino Colosimo e da Al Capone. Intrecci tra canzoni e malavita che affiorano in ogni libro di Bovi. Anedottica curiosa anche per due canzoni della tradizione napoletana come “O sole mio” e soprattutto “Santa Lucia” di Teodoro Cottrau che nel corso del tempo è diventato un brano di pubblico dominio e infatti artisti come Pavarotti e Bocelli poi lo hanno ripreso senza più citare la pèaternità dell’autore. “È come – conclude Bovi – trovare in libreria “La Divina Commedia” con il nome di Dante sostituito dalla didascalia “Opera tradizionale”. 

La lunga vertenza tra Guccini e Vandelli

Tante le contese, per esempio Ennio Morricone ha sempre rivendicato l’idea del salto d’ottava per l’attacco di “Abbronzatissima” a Edoardo Vianello, mentre l’arrangiatore di “Teorema” ha utilizzato come introduzione lo stesso tappeto armonico di “Sailing” di Christopher Cross. Cause per riappropriarsi di canzoni che originariamente sono stati firmate da prestanome se ne trovano varie nel libro, tra le più interessanti spicca quella di Francesco Guccini che ha dovuto faticare trent’anni per ottenere i pieni diritti di testo musica per una canzone come “Auschwitz” che venne depositata in Siae come Lunero-Vandelli. Lunero come Iller Pataccini, storico arrangiatore per la casa disocgrafica Ricordi, colui che aveva firmato “Una lacrima sul viso”. A Guccini restituì la paternità del brano senza però rendere i profitti maturati, diversamente, con Maurizio Vandelli la diatriba è proseguita per decenni, perché dopo una prima sentenza Vandelli continuava a incassare i diritti come paroliere di “Auschwitz”. Nel libro interviene a più riprese il maestro Vince Tempera che ricorda la sua bocciatura all’esame Siae per l’ammissione come compositore di musiche. Eppure Tempera conosceva bene la musica, ma essendo giovane era consuetudine che per un primo periodo le sue composizioni le dovevano firmare altri al suo posto. Storie che si susseguono, come quella di “A chi” di Fausto Leali che in una trasmissione Rai rivelò che il testo in italiano del brano originale era stato realizzato dal suo chitarrista Piero Braggi, ma quando lo incise la firma venne assegnata a Mogol per via di una precedente versione del brano che Milva incise come “Ferita”. Storie che riguardano anche lo Zecchino d’oro, il Festival di Sanremo, le musiche da film, un intero capitolo ruota attorno al Clan di Celentano e uno altrettanto gustoso esplora le canzoni dei Beatles. Un mondo intricato dove una storia tira l’altra e il libro ne rivela tantissime, per diventare un testo imprescindibile per interpretare e riscrivere le fortune di molti autori della canzone italiana. Solo il paziente e costante lavoro di Michele Bovi poteva arrivare a tanto.  

Nato in Lombardia, prime collaborazioni con Radio Montevecchia e Re Nudo. Negli anni 70 organizza rassegne musicali al Teatrino Villa Reale di Monza. È produttore discografico degli album di Bambi Fossati e Garybaldi e della collana di musica strumentale Desert Rain. Collabora per un decennio coi mensili Alta Fedeltà e Tutto Musica. Partecipa al Dizionario Pop Rock Zanichelli edizioni 2013-2014-2015. È autore dei libri Anni 70 Generazione Rock (Editori Riuniti, 2005 - Arcana, 2018), Che musica a Milano (Zona editore, 2014 - nuova edizione Zona editore, 2023), Cose dell'altro suono (Arcana, 2020) e Battiato - Incontri (O.H., 2022), Gianni Sassi la Cramps & altri racconti (Arcana, 2023) .

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