American Fiction
di Cord Jefferson
con Jeffrey Wright, Skyler Wright, John Ales, Patrick Fischler, Carmen Cusack
Jeffrey Wright è il professore afroamericano Thelonius, di soprannome Monk come il musicista e di cognome Ellison (come Ralph Ellison che scrisse L’uomo invisibile, sull’invisibilità dei neri negli USA). Thelonius viene accusato da un’alunna bianca con i capelli azzurri d’aver scritto la terribile parola nigger sulla lavagna. Lui fa notare che la parola è nel titolo di un racconto di Flannery O’Connor, The Artificial Nigger, che lui insegna letteratura, che è nero e non è disturbato dalla parola. Viene chiamato dal preside e invitato a prendersi un periodo di congedo: turba la sensibilità dei fanatici della cancel culture. Il professore è uno scrittore: il suo agente l’avverte che la casa editrice non lo pubblicherà più se non si adegua al mercato. Perché non scrive romanzi su poliziotti bianchi che uccidono ragazzi neri o su donne nere che sfornano figli nei ghetti? Il nostro Thelonius è sconvolto: lui è nero, borghese, colto, è uno scrittore e vuole fare letteratura, ma vanno di moda scrittrici nere borghesi che scrivono melodrammi orecchiati sui “poveri neri”. Allora il nostro eroe perde la pazienza e sotto pseudonimo scrive per sfida un pulp esagerato, rozzo e falso (My Pafology) dove tutti i neri parlano come gangsta da ghetto. Un successo quasi pericoloso. American Fiction, produzione nera, economica, intelligente è una satira della cancel culture tratta dal romanzo Erasure di Percival Everett. Non è un capolavoro assoluto, parte forte poi oscilla, ma intanto è arrivato all’Oscar. E non per i motivi per cui è obbligatorio mandare i neri agli Oscar. Vediamo se ce la fa. Per ora è su Prime (cliccate per i sottotitoli inglesi)
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