Flora

Parla la più giovane staffetta partigiana vivente. Un documentario diverso.

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Flora
di Martina De Polo
con Flora Monti, Deina Palmas
il film è in sala dal 21,
il 23 aprile all’Arlecchino di Milano (alla presenza della regista)
20 biglietti omaggio ai primi che li chiedono a

Flora Monti di Monterenzio (Bologna) ha 94 anni ed è stata la più giovane staffetta partigiana. La sua famiglia dà i vestiti dei fratelli ai ragazzi che scappano in montagna, il nonno è stato fatto camminare a piedi nudi sulle spine dai fascisti, e lei, consapevole, benché bambina, decide di rischiare e porta in montagna messaggi ai partigiani sotto il nastro tra i capelli e a volte qualcosa di più nello zaino. I messaggi non li legge, così se la torturano, non ha niente da dire. La volta che la prendono i nazisti e i fascisti con un messaggio nella scarpa la spogliano, ma per fortuna nella scarpa non sanno cercare.

Intorno fame, bombe, guerra e niente da fare, fascisti e nazisti in gara a chi è più feroce. Ma noi vediamo solo Flora che parla (ed è divertentissima, uno spiritaccio) e ricostruzioni tra cinema e teatro per rendere le situazioni e fotografie per i luoghi: tutti portano maschere da teatro dell’arte, grifagne o bonarie, eccetto la ragazzina (Deina Palmas) che interpreta Flora bambina e che ogni tanto ci dà spiegazioni storiche come una guida. La vera Flora è un flusso di memoria brillante e insieme buffo sulla resistenza del popolo minuto e poi sull’esodo della famiglia portata dagli alleati a sud, al campo profughi di Cinecittà. E questa Resistenza “naturale” si sposa con i luoghi del cinema (e ancora fame, litigi, speculazioni e tradimenti mentre l’Italia esce dal caos). Raccomandazione finale della bambina 94enne sui titoli di coda: se non si sta attenti, “tornano, tornano”

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