Borderlands
di Eli Roth
con Cate Blanchett, Kevin Hart, Jack Black, Ariana Greenblatt, Florian Munteanu
Sul pianeta Pandora, tutto scheletri, deserti, mostri, mutanti, psycho, cercatori di tesori tech, militari e mercanti (ennesima variante del bar di Starwars con molti rimandi all’estetica di Mad Max) tutti gli sfasati e i criminali del cosmo cercano la cripta Eridiana: lascito della civiltà quasi technodivina che avrebbe creato la nostra galassia. Un tesoro mitico. Kate Blanchett è la cacciatrice di taglie Lilith, che di Pandora è originaria e torna lì su commissione: dopo aver incontrato il consueto robottino chiacchierone che in originale è doppiato da Jack Black, rintraccia la figlia squinternata del capo del colosso industriale Atlas, una ragazzina clonata con sangue di aliena eridiana, accompagnata da un soldato che l’avrebbe rapita e da un gigante tonto. La ragazzina è la chiave di carne per aprire la cripta. Ma Lilith… Borderlands è una serie videogiochi di ruolo sparatutto in prima persona che hanno fatto numeri da record per gli effetti, la violenza ma anche l’ironia nera e fumettosa. I videogiochi però quando li gioca un regista e tu guardi il film che lui ha giocato, di solito annoiano, ma questo ha avuto una produzione più travagliata e dà la sensazione che Eli Roth, benché regista di fama splatter e torture, avesse poca voglia di giocare e l’abbia lasciato ad altri che hanno tagliato e ricomposto il film come un cyborg. Risultato: storia caotica, esagitata, fumettosa ma senza sorprese, battute loffie, attori abbastanza svogliati, citazioni a piene mani che fanno rimpiangere gli originali. Anche il futuro invecchia…