Sono 13 le parole che identificano e sintetizzano lo spirito di uno dei festival più prestigiosi e paradigmatici d’Italia, I Suoni delle Dolomiti: ascolta, Dolomiti, suoni, spazi aperti, silenzio, luce, terre alte, camminare, impegno, condivisione, rispetto, accessibilità e tradizione. Parole legate l’una all’altra in modo indissolubile e che attestano l’unicità di questa manifestazione, che vede artisti e pubblico camminare insieme per recarsi in mezzo alla natura, alle falde della catena montuosa più bella del mondo, dove in una conca, in un prato, vicino a un rifugio, lungo un pendio, si fermano per effettuare e assistere alla performance prevista.

Madonna di Campiglio_Dolomiti di Brenta – foto di Paolo Bisti-Luconi

Così le persone scoprono la montagna come luogo di meraviglia e incontro, come esperienza da ricordare e, soprattutto, da vivere e condividere fin dal primo momento. E come coprotagonista, che dialoga con il suono degli strumenti, giocando con gli echi o i sussurri del vento, in un teatro naturale senza confini, aperto e intimo allo stesso tempo. I Suoni delle Dolomiti si “conquistano” – sono ad accesso gratuito – con la fatica del camminare, che diventa autentico moltiplicatore della soddisfazione e dell’appagamento di un’esperienza sempre straordinaria.
Quest’anno il grande violoncellista Mario Brunello, direttore artistico del festival, ha allestito ancora una volta un cartellone di alto livello. Saranno 18 eventi distribuiti nell’arco di un mese, fino a salutare l’inizio dell’autunno. Tutti i concerti de I Suoni delle Dolomiti sono in programma alle ore 12; in caso di maltempo avranno luogo lo stesso giorno in valle in teatro alle ore 17.30.

Carminho – foto di FernandoTomaz (part.)

La prima artista a esibirsi sarà una delle nuove regine del fado, la musica tradizionale portoghese malinconica e commovente: Carminho sarà il 28 p.v. a Malga Tassulla nelle Dolomiti di Brenta. Il 31 a Malga Canvere, in Val di Fiemme, Die Cellistendes Mozarteum, studenti dell’università di Salisburgo, diretti da Giovanni Gnocchi, solista di fama internazionale, proporranno musiche del loro più grande concittadino. Il 3 settembre, sempre in Val di Fiemme, ai 2.200 metri di Località Tresca, la Bandakadabra, piccola orchestra di fiati e percussioni, proporrà il suo mix comico-teatrale di mille linguaggi musicali. Il 10, sui prati attorno alla Malga Vallesinella Alta, sarà la volta delle magnifiche voci delle Faraualla, con la loro world music aperta ad accogliere molteplici tradizioni.
Dal 4 al 6 settembre nel cuore delle Pale di San Martino, si svolgerà (a pagamento) un trekking con la voce e la chitarra di Pietro Brunello, il violoncello di Mario Brunello e la chitarra di Alessandro “Asso” Stefana che proporranno canzoni di Bob Dylan, Bruce Springsteen, Johnny Cash e altri miti a stelle e strisce per analizzare il “mito americano” e tutte le sue difficoltà. Un percorso chiuso dall’esibizione del cantautore Micah P. Hinson, accompagnato da Stefana.
La musica classica sarà di nuovo sugli scudi il 7 settembre, a Col Bel, in Val di Fassa, con l’inedito duo violino e viola di Clarissa Bevilacqua e Vika Powell, apprezzate benché giovanissime concertiste, e il giorno dopo all’alba, alle ore 6.40 a Prà Castròn di Flavona, con la Camerata RCO – musicisti dell’ottima Royal Concertgebouw Orchestra di Amsterdam – a proporre ancora musica di Mozart. E ancora il 13 settembre, a Villa Welsperg, ai piedi delle Pale di San Martino, per il progetto E lucevan le stelle il soprano Lana Kos e il tenore Raffaele Abete interpreteranno, coadiuvati da I Solisti di Verona, alcune delle più famose arie pucciniane, e il giorno successivo ai laghi di Bombasél, il francese Quartetto Arod proporrà musiche di Joseph Haydn e di Robert Schumann.

Roberto Vecchioni in Val di Fassa, Rifugio Fuchiade – foto di Pio Geminiani

Per l’abituale spazio dedicato alla canzone d’autore, il 15 settembre, nella dorsale a sud di Cima Paganella, si esibirà il nordirlandese Foy Vance, il 17 a Malga Brenta bassa Raphael Gualazzi, offrirà il suo mix di swing, simpatia e romanticismo, il 25, al Rifugio Fuciade in Val di Fassa, la Paolo Conte Legacy, musicisti che da oltre 30 anni lo accompagnano, renderanno omaggio al cantautore astigiano (alle ore 14). Infine a Roberto Vecchioni, domenica 29 settembre al Rifugio Micheluzzi in Val Duròn, con Lucio Fabbri al violino e Massimo Germini alla chitarra, verrà affidato l’evento conclusivo della manifestazione.
Il jazz europeo sarà protagonista il 21 settembre sopra l’abitato di Sagron Mis con i francesi Renaud Garcia-Fons al contrabbasso, David Venitucci alla fisarmonica e Stephen Caracci a vibrafono e percussioni. Più particolari invece gli eventi del 19 con l’incontro tra musica e spiritualità dell’armeno Gurdjieff Ensemble, che, al rifugio Roda di Vael alle 14, immergerà gli ascoltatori nella sacralità del misticismo sufi, e quello del 22 a Camp Centener, sopra Madonna di Campiglio, dove la cornista Sarah Willis dei Berliner Philhamoniker, insieme a un gruppo di musicisti cubani, proporrà la singolare fusione Mozart y Mambo.
Infine sabato 28 settembre, ai 2.200 metri di Località Tresca, nel Gruppo Cornacci in Val di Fiemme, i ragazzi di PEM – Potenziali Evocati Multimediali, gruppo di giovani attori torinesi, intoneranno canti in diverse lingue, paesi e tradizioni popolari, dalla Liguria alla Puglia, dalla Grecia all’Islanda, in una babele di lingue, dialetti e racconti.

Raffaello Carabini
Che dire? Basta citare la cura di oltre 250 cd compilation di new age, jazz, world e quant’altro? Bastano una ventina d’anni di direzione artistica dell’Etnofestival di San Marino? Bastano i dieci come direttore responsabile di Jazz Magazine, Acid Jazz, New Age Music & New Sounds, Etnica & World Music? Oppure, e magari meglio, è sufficiente informare che sono simpatico, tollerante, intelligente... Con quella punta di modestia, che non guasta mai.

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