Venezia 81. Maria

Dopo Jackie e Spencer tocca alla Callas: un'altra fanta-bio di Pablo Larrain

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Maria di Pablo Larrain

Si chiude la trilogia delle biografie femminili dopo Jackie e Spencer. Biografie alternative alla Larrain, a immaginazione libera. Angelina Jolie, altera e dimagrita il giusto è Maria (in Concorso) ovvero la Callas nell’ultima settimana di vita (muore il 16 settembre 1977 nella casa al 36 di Avenue Georges Mandel a Parigi) alle prese coi fuoi fantasmi e non è una metafora: ha usurato il suo corpo per ritrovare la bella voce che non ha più al punto che il medico le impone riposo e misura nei medicinali. Ma Maria dipende dal Mandrax (altro nome per il Quaalude, la droga di Syd Barrett  e di John Belushi) e il film è una lunga intervista con il fantasma di un giovane giornalista che guarda un po’ si chiama Mandrax, e che gli altri, soprattutto la servitù della Callas (Favino e la Rohrwacher che la vanno a recuperare nelle situazioni più strane) proprio non vedono. La divina parla da sola. E ricorda amori tristi e terribili, la gioventù nella Parigi occupata e il rapporto con Aristotele Onassis, che si autodefinisce brutto ma così ricco che può permettersi chiedere, prendere e rubare anche le mogli degli altri. Strada facendo Onassis si metterà con Jackie e la Callas sfiorerà il presidente Kennedy che tradisce già Jackie con Marilyn Monroe (che è il rovescio della Callas: Marilyn ha poca voce, ma tutti l’ascoltano per via del corpo). Con la voce della Callas vera si ripercorre un po’ il miglior repertorio. Ma a un certo punto la bio fantasiosa lascia il posto alla cronaca.

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