La Crus a Milano: più forti della pioggia. Un concerto fantastico

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Diciamolo subito: se ti piace la buona musica, da un concerto dei La Crus vai via soddisfatto. Ieri sera ne hanno fatto uno che per loro ha un significato molto particolare, quello al Castello Sforzesco di Milano. “Suonare in casa” per loro è sempre stato molto importante. E stavolta hanno voluto fare le cose in grande, invitando diversi amici che in passato hanno fatto più o meno un percorso artistico simile al loro.

Mauro Ermanno Giovanardi, per tutti Joe, prima di salire sul palco era teso come una corda di violino, e il brano iniziale, La pioggia, in pratica lo ha fatto in trance. Ma gli è bastato poco per tornare in sé e offrire il meglio, con quella voce unica e sublime capace di regalare grandi emozioni.

Ma stiamo parlando dei La Crus, non solo di Joe. Teso e in forma era anche il chitarrista Cesare Malfatti, l’altra metà della band. E tutti i musicisti che li hanno accompagnati hanno dato il  massimo: Chiara Castello (tastiere e cori), Marco Carusino (basso e chitarre) e Leziero Rescigno (batteria). 

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Ma questo era un concerto speciale, lo ripeto. Quindi durante l’intero show sono saliti sul palco diversi ospiti: Stefano “Edda” Rampoldi (a lungo con i Ritmo Tribale), il produttore e cantautore Giovanni Ferrario, naturalmente l’amico della prima ora Paolo Milanesi, la cui tromba da sempre è un elemento caratterizzate della musica dei La Crus. E poi il superapplaudito Manuel Agnelli (purtroppo è stata costretta a dare forfait Rachele Bastreghi, causa covid).

Hanno proposto brani inediti tratti dal loro ultimo album, a cominciare da quello che gli dà il titolo, Proteggimi da ciò che voglio, e poi Mangia dormi lavora ripeti e La rivoluzione. 

Ma come era logico aspettarsi, quello che ha coinvolto di più sono state le riletture, da Io confesso a Come ogni volta e Nera signora.

Ad un certo punto sono rimasti in tre sul palco, Joe, Cesare e Paolino. Mentre facevano Dentro me ha iniziato a piovere: loro non se ne sono nemmeno accorti, e il pubblico è rimasto al suo posto, continuando a godersi il concerto. Ma si vede che pure il cielo non voleva rovinare una festa così bella, infatti dopo pochi minuti ha smesso, e la musica ha avuto la meglio.

Risaliti sul palco per i bis, dopo aver proposto un’accorata versione di Stringimi ancora, Joe ha richiamato sul palco tutti quelli che lo avevano calcato in precedenza, per cantare una coinvolgente versione de Il vino. Quindi ha chiesto a Manuel Agnelli di restare al suo fianco, e insieme hanno proposto una pietra miliare della canzone italiana, Ricordare (una composizione del mitico Ennio Morricone).

Il concerto sarebbe dovuto finire qui, ma la gente proprio non voleva sapere di andarsene. Così Cesare ha ripreso la sua chitarra e Joe si è messo a cantare un brano di un altro mito della nostra musica, L’illogica allegria di Giorgio Gaber. Apoteosi, standing ovation e chiusura straordinario di un concerto che ci ha riappacificato con la musica. La vera musica.

Scaletta
La pioggia
Mentimi
Shitstorm
Come ogni volta (con Giovanni Ferrario)
Nera signora (con Ferrario e Edda)
Mangia dormi lavora e ripeti
Natale a Milano (con Paolo Milanesi)
L’uomo che non hai (con Paolo Milanesi)
Discronia
La rivoluzione
Dentro me (con Paolo Milanesi)
Come una nube
Io confesso (con Paolo Milanesi)
Proteggimi da ciò che voglio
Io non ho inventato la felicità
BIS
Stringimi ancora
Il vino (con Manuel Agnelli, Edda, Paolo Milanesi, Giovanni Ferrario)
Ricordare (con Paolo Milanesi e Manuel Agnelli)
L’illogica allegria (solo Cesare e Joe)

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Massimo Poggini
Massimo Poggini è un giornalista musicale di lungo corso: nella seconda metà degli anni ’70 scriveva su Ciao 2001. Poi, dopo aver collaborato con diversi quotidiani e periodici, ha lavorato per 28 anni a Max, intervistando tutti i più importanti musicisti italiani e numerose star internazionali. Ha scritto i best seller Vasco Rossi, una vita spericolata e Liga. La biografia; oltre a I nostri anni senza fiato (biografia ufficiale dei Pooh), Questa sera rock’n’roll (con Maurizio Solieri), Notti piene di stelle (con Fausto Leali) e Testa di basso (con Saturnino) e "Lorenzo. Il cielo sopra gli stadi", "Massimo Riva vive!", scritto con Claudia Riva, "70 volte Vasco", scritto con Marco Pagliettini, e "Lucio Dalla. Immagini e racconti di una vita profonda come il mare".

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