Alla scoperta di Cesare: ecco le 7 meraviglie sconosciute di Cremonini

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Official Facebook Cesare Cremonini

Dopo aver indovinato un singolo dietro l’altro negli ultimi cinque anni, Cesare Cremonini può finalmente dire di aver conquistato una credibilità resa solida con il duro lavoro che nel tempo ha portato il bolognese a confermarsi tra i top nel panorama musicale italiano attuale. Da Il Comico a La Nuova Stella di Broadway, passando per le più recenti Logico#1, GreyGoose e il tormentone estivo Buon Viaggio: è qui che Cesare ha raggiunto l’apice del successo radiofonico. Eppure spulciando tra i suoi lavori spuntano alcune perle nascoste della produzione dell’emiliano, completamente distanti dagli standard commerciali, ma non per questo non meritevoli di attenzione.

LA RICETTA (PER CURARE UN UOMO SOLO) – Pezzo contenuto in un disco da sei singoli, La Ricetta colpisce per la profondità del testo accompagnata da una musica talmente sbarazzina da mascherarne la malinconia. Narra di un “lattaio di via delle fragole”, scontento del suo mestiere e sognante cuoco. L’evasione dal suo lavoro è un modo per ritrovare la sua passione anche dove il lato economico non ha prevalso. È così che il lattaio rientra in casa, “svuota litri di latte con la rabbia che lo assale” e inizia a sperimentare nuovi piatti da cucinare. Una sottile metafora per cercare di inseguire sempre tutti i propri sogni, non mollarli mai. E poi assorbire le tristezze per poterle trasformare in sorrisi enormi.
“Niente senza un pianto sarebbe straordinario”.

FARE E DISFARE – L’uscita del nuovo album ha reso una delle migliori canzoni di Logico come una pietra preziosa che non salirà mai alla ribalta, ma resterà solo un dolce segreto tra Cesare e i suoi fan più stretti. Fare e Disfare è concettualmente cugina della successiva Buon Viaggio, sebbene sia rivestita di maggior malinconia. Il tema dell’evasione torna in pista ed è un’evasione sia fisica che morale. Consigliato l’ascolto su una lunga strada deserta e con il finestrino abbassato. Il minuto e mezzo di tromba finale è pura magia.
“Svegliarsi lontano non può far male”.

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AMOR MIO – Uno dei pezzi più struggenti della sua carriera. L’unico – confessa – in cui si è lasciato andare ad un lungo pianto in sede di scrittura. Ambiguo il destinatario del pezzo che apre, secondo quanto affermato dallo stesso autore, ad un dualismo particolare. Prima dedicato all’anziano padre e alla paura di non sentire più la sua voce e poi ad una ragazza amata, come denota il cambio di soggetto successivo.
“Tu dentro me sei la musica che voglio sentire”.

AMAMI (QUANDO È IL MOMENTO) – Non è un pezzo che carbura velocemente e dopo esser stato messo in scaletta da Cesare per le prime date del tour scorso è stato eliminato a lungo andare. Resta una canzone che evoca tante immagini, riproponendo la metafora di una nave con un amore che non necessita più di tanta fretta.
“Chiamami solo se hai tempo, di fretta non ne ho più bisogno”.

CUORE DI CANE – Altra perla nascosta di Logico. Cuore di Cane indossa un abito musicale capace di creare atmosfere suggestive nella mente di chi ascolta. C’è una felice contraddizione musicale nel “Si può essere più felici di così?” pronunciato da Cesare in un luogo musicale piuttosto drammatico e poi giustificato da un “Chi siamo noi per perderci?”. Rievoca una coppia, probabilmente amanti, che si parla forse al telefono con sottofondi di quotidianità (gocce d’acqua, passi d’uomo, porte chiuse dolcemente) e situata al confine tra il sorriso e il pianto. Quel leggerissimo confine che sfocia quasi sempre nella tristezza e nell’insicurezza anche quando le parole dovrebbero caricare di armonia.
“Si può essere più felici di così? Solo questo vorrei chiederti”.

IL SOLE – Una delle migliori poesie scritte da Cesare, nonché pezzo conclusivo dell’ottimo La Teoria Dei Colori. La canzone è un continuo dialogo tra il capitano di una nave e un tenente, Cesare, impaurito dalla tempesta e costretto a porre troppe domande al suo superiore. Cesare è partito da tempo, non sa più dov’è casa sua, se ha fatto bene a lasciarla. Il capitano prova a rassicurarlo, ma finisce per perdere la sicurezza che palesava nella prima parte e confessare le sue sofferenze e i suoi pianti. L’ideale per chiudere un disco e aprire le porte ad un altro. Una poesia cantata da leggere e ascoltare dall’inizio alla fine. Lo strumentale finale completa un pezzo già di per sé strepitoso.
“E una chitarra ci fa da mamma, un timone è nostro padre, quando la notte è nostra moglie, l’amante è questo mare”.

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SARDEGNA – E poi c’è Sardegna. Uno dei più grandi rimpianti di Cremonini, che mai lo ha lanciato in radio. Il singolare omaggio alla Sardegna ricorda palesemente lo stile di scrittura di De Gregori con le tante persone che danzano attorno a questa regione. Ognuna di esse vive un momento particolare della propria vita, mentre Cesare attende fortuna dalla luna. In mezzo a tutti i problemi però è bene ricordare che “qua in Sardegna splende sempre il sole, anche quando è il caso di far piovere sul cuore”.

2 COMMENTI

  1. ho quasi 50 anni… da molto tempo non andavo a concerti. mi avevano stufato. troppo prevedibili, con cremonini ho iniziato a riamare gli eventi dal vivo… DICE COSE PROFONDE,CON UN ESTREMA LEGGEREZZA:::

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